Maltrattamenti: il PM chiede l’assoluzione per motivi culturali – Quando antirazzismo e femminismo si scontrano, uno dei due è destinato a soccombere.
È il caso, che ha suscitato ovvio scalpore, accaduto a Brescia, dove il PM ha chiesto l’assoluzione per il marito accusato di maltrattamenti alla moglie adducendo a motivi culturali, in quanto la coppia proviene dal Bangladesh.
Cortocircuito liberal
A parte la motivazione assurda che va anche contro i principi fondamentali della giurisprudenza, secondo i quali “la legge non ammette ignoranza”, fa riflettere come di fronte all’ennesimo cortocircuito, i progressisti non ammettano il fallimento della loro ideologia, che ormai è legata indissolubilmente all’ antifascismo, o meglio alla sua ultima delirante e fanatica evoluzione. E non si ammette nemmeno la malagiustizia, guai a toccare i “loro” giudici.
Ci si inventa quindi un nemico inesistente, che nel caso in esame diventa ancora più indefinito. L’accettazione (o meglio, la voglia incontrastata e incontrastabile) di altre culture non si sposa con la sicurezza, né in strada né tra le mura domestiche.
Una giustizia ingolfata
Se è vero che tali crimini esistono anche tra gli Italiani, è altrettanto vero che se non dovessimo accollarci i crimini stranieri potremmo lavorare meglio sulla prevenzione di quelli nostrani, che però a differenza di quelli migranti non hanno mai attenuanti dovuti all’ignoranza della legge (ne hanno spesso altre, altrettanto grottesche).
Due pesi e due misure
E quand’anche fosse vero che la cultura importata prevede i maltrattamenti delle donne, a maggior ragione non possiamo permetterci di accogliere più.
Mentre da noi parole innocenti fraintese o dovute alla semplice maleducazione sono oggetto di gogna pubblica, agli stranieri è concesso di compiere azioni ben più gravi.
È forse ora di prendere coscienza del fatto che il cosmopolitismo uccide e gli antirazzisti sono complici, consapevoli, di questo sfacelo.
Lorenzo Gentile