L’unica, vera e grande riforma per l’Italia – Sì, l’unica, vera e grande riforma che un governo, e a maggior ragione un governo che pretende di essere di destra, dovrebbe mettere al primo posto delle sue priorità è la riforma della giustizia e della magistratura.
Nessun “potere esecutivo” ha mai avuto il coraggio di farla, permettendo la transizione della giustizia, da potere indipendente, a potere autonomo.
Ponzio Pilato
Cercando un modo per indicare quale dovrebbe essere la posizione del “giudice” senza che questa idea fosse aggredita dal solito aggettivo “fascista”, ci è venuta in mente una bella pagina di Antonio Gramsci, certo non un pericoloso fascista, datata 1917 nella quale, per indicare i doveri di un giudice, riabilita, facendone l’elogio, Ponzio Pilato.
In questa egli afferma: “Ponzio Pilato è stato un giudice eroico.
Persuaso della innocenza di Gesù Cristo, ne ha fatto tuttavia eseguire dai legionari romani la condanna capitale. Sembra un bisticcio, e non è.
Ponzio Pilato ha avuto solo la colpa di eseguire scrupolosamente, il suo dovere, di rispettare eroicamente le sue attribuzioni.
Non ha voluto soverchiare, non ha voluto prevaricare, neppure per obbedire all’impulso della propria coscienza di individuo, di privato cittadino.
La qualità giuridica di cui era investito ha fatto tacere la coscienza dell’individuo, del privato cittadino. Ponzio Pilato era il procuratore di Tiberio nella Giudea.
Le sue attribuzioni erano ferreamente fissate dalla legge romana e la legge romana era liberale. Cadeva sotto la sanzione della legge romana solo chi questa legge avesse violato: chi si rifiutasse di pagare i tributi, chi insidiasse il dominio di Cesare e del suo legato.
Giudei indipendenti
Per il resto i giudei erano indipendenti, la loro condotta era regolata dalle leggi e dagli usi locali: l’autorità romana, che deteneva il potere esecutivo, non faceva che applicare le sanzioni stabilite da queste leggi, da questi usi.
Così fu che Ponzio Pilato, malgrado della canea dei farisei e dei pubblicani (i pubblicani erano i fornitori dello stato), si rifiutò di giudicare Gesù Cristo e lo rimandò sempre ad Erode.
Le accuse a Gesù mosse non erano contemplate dalla legge romana, non erano reati di stato. Pilato si rifiutò sempre energicamente ad accogliere le interpretazioni che di questa legge volevano dare i farisei, i pubblicani, i sacerdoti del tempio.
Gesù fu condannato, ma la sentenza fu emessa non alla stregua delle leggi romane; fu condannato, ma Ponzio Pilato non riconobbe alla sentenza carattere imperiale e ubbidì solo alla legge che gli imponeva la esecuzione delle sanzioni anche prettamente locali.
Eseguì la sentenza per il rispetto delle autorità locali che la legge romana imponeva ai magistrati romani.”
La canea del pensiero unico
E, allora, non vi sembra che oggi, in tema di giustizia, la “canea” dei farisei, dei mercanti e dei sacerdoti del tempio possa, sinteticamente, identificarsi con il pensiero unico occidentale dove persino il valore della vita umana non è assoluto variando a seconda del sesso, della religione o della etnia di appartenenza.
La vita umana ha un valore assoluto, nella nostra “giustizia”, ma ha, invece, un valore relativo e dipendente dalla “canea unica” che incide sulle decisioni dei giudici, che entra nelle coscienze di questi a volte determinando aberrazioni coerenti però col pensiero dominante, tanto dominante da fare ingresso anche nelle leggi dello stato.
Non si può assistere al considerare la vita, del tabaccaio o del gioielliere di turno, magari vittima di omicidio per rapina, alla pari di quella del suo assassino; non si può assistere alla valutazione del “bene” vita del tabaccaio, in tema di risarcimento, in € 50.000 e invece nel caso opposto in cui l’aggredito riesca a difendere se stesso e chi gli sta accanto uccidendo l’aggressore, la vita di quest’ultimo, sempre dai giudici, viene valutata e risarcita con € 400.000, a beneficio di fratelli, sorelle, zii e perfino del patrigno.
Non si può assistere alla valutazione dello stupro di una donna in base alla etnia dello stupratore: è più grave se questo è italiano meno grave se africano perché lo stupro in questo caso è nella sua cultura…
Si sono verificati quest’anno circa 300 omicidi, di questi un terzo ai danni di donne, solo di questi si parla e straparla, delle altre duecento vittime …il silenzio, come a significare che se la sono meritata la morte, e si potrebbe continuare a lungo in tema di nuovo relativismo del diritto. Insomma, oggi farisei, pubblicani e sacerdoti del tempio non condizionano la giustizia, ne fanno parte.