Lunga vita ai rivoluzionari! – Ma tu vuoi veramente scrivere la storia?
Non potevamo che ripartire da una domanda sia scomoda che provocatoria.
Analizziamo i dettagli, perché scomoda e perché provocatoria?
L’èlite pronta a raccogliere le sorti del paese
Sicuramente scomoda perché i cambiamenti importanti comportano fatica e sacrifici, non crediamo infatti che la situazione italiana sia qualcosa da prendere sottogamba o comunque da sottovalutare anche solo superficialmente.
Bisogna rendersi conto che si dovrà ripulire la società tanto da concetti (o preconcetti) demenziali quanto distruttivi, ad esempio gender ed immigrazionismo, anticattolicesimo ed anti-patriottismo, ma anche in materia economica ci sarà parecchio da fare.
Invece perché “provocatoria”?
Basta con i ribelli a mezzo servizio
Signori, non nascondiamoci dietro un dito, per quanto sia stato bello sentirci ribelli tutta la vita passando anni in trincee ideologiche a difendere un passato storico bellissimo ed appassionante, noi paradossalmente non siamo e non saremo mai dei ribelli in senso stretto; noi siamo rivoluzionari!
Ed appartenere alla nostra categoria è semplicemente bellissimo!
La differenza tra ribelle e rivoluzionario è chiara a tutti, ma il primo passaggio necessario che dobbiamo fare è proprio quello di capire che oggi il ribelle è un omologato, e tale categoria è uno strumento di controllo di questo stato.
Una scintilla c’è stata
Durante il 2020-2021 il popolo italiano riscopre le piazze e si crea un contesto eterogeneo di età, sesso, (addirittura con annessi orientamenti sessuali), gradi d’istruzione, mestieri, livelli culturali, con o senza religioni, differenze culturali e politiche.
Tutti sostanzialmente accomunati da una giusta ribellione, ed è stato certamente giusto anche partecipare attivamente (per chi lo ha fatto), ma dov’era l’alternativa?
In piazza non c’era altro che ribellione.
Risultato? Siamo ancora tali e quali nei meccanismi pre-pandemici del 2019.
Servono rivoluzionari e non ribelli
Il ribelle non produce niente.
Iniziamo a combattere i nemici del popolo partendo dalle loro contraddizioni, e vedrete che già saremo in grado di sentire un’altra musica nel giro del breve termine.
Gianluca Cocco