L’Ue spinge per la carne coltivata, l’Italia non ci sta – L’Italia e altri Paesi contro la carne coltivata.
Forse ogni tanto arriva qualche barlume di lucidità anche dalle nostre istituzioni, difendendo finalmente le nostre eccellenze dall’arroganza antiitaliana dell’Unione Europea e dei suoi adepti nostrani.
Sorvolando sul tema prettamente scientifico, che lasciamo agli esperti, concentriamoci invece sul tema economico e sociale. L’industria della carne rappresenta un indotto importantissimo per l’Italia e per molti Paesi europei, oltre che essere garanzia di qualità.
Farina di insetti e altre amenità
Esattamente come la farina di insetti, la carne coltivata rischia di minare una parte notevole della nostra economia; se è vero che dove muore un lavoro ne può nascere un altro secondo la normale e naturale logica del progresso, è altrettanto vero che la UE si fa garante del libero mercato ma ogni tanto, anzi sempre più spesso, cambia volto e ripesca quegli aspetti di economia pianificata tipica della dottrina socialista.
Con la differenza che non lo fa nell’interesse della collettività o del pianeta, ma per le solite lobby che dirigono davvero questo carrozzone blustellato.
Attacco alla tradizione enogastronomica
Distruggendo le eccellenze locali si distrugge l’identità, peraltro ideologizzando questa battaglia, tant’è vero che la maggioranza dei radical chic benpensanti non vede l’ora di gustare queste pietanze artificiali o insettoidi, insultando chi ancora decide di mangiare una bella bistecca o una grigliata mista.
Quindi la nostra critica non è solo un astio verso le novità fine a sé stesso, ma un mettersi in guardia contro una possibile, e assai probabile, minaccia a ciò per cui l’Italia e l’Europa sono famose nel mondo: la cucina!
Lorenzo Gentile
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