L’imam jihadista e quale insegnamento trarne
Nei giorni scorsi nell’università di Torino, ostaggio ormai da tempo degli studenti pro-Palestina e centri sociali, l’imam Brahimi Baya ha tenuto un sermone inneggiando alla jihad contro Israele (ma credo che sottintendesse a tutto l’occidente infedele).
Come sempre analizzo la questione sotto diversi punti di vista. In primis ha trovato gli interlocutori appropriati e cioè questi 4 detonati mentali che, magari appoggiano anche una causa giusta, ma non si rendono conto di essere passati dalla padella alla brace.
Le femministe nel recinto, esaltatissime
Ma proprio durante questo sermone è accaduto qualcosa che i giornaloni hanno volutamente e deliberatamente ignorato: le ragazze progressiste, quelle che gridano al soffocamento dei diritti, al patriarcato, al sessismo, sono state separate dai loro sgangherati compagni di finta lotta, e tumulate dietro una rete, chiuse in un angolo.
Si è assistito alla stessa scena vista durante il fine ramadan.
E il vostro coraggio, le vostre urla dove sono finite? Le politiche del PD e AVS sono sparite? Questo è proprio quello che l’imam voleva vedere: applicare agli italiani le stesse regole usate per i loro fedeli e nessuna protesta è scaturita.
La mente diabolica pregna di furbizia levantina dell’imam avrà maturato il concetto che l’asticella islamica si puo’ alzare ancora un po’ visto che nessuno protesta anzi chi dice qualcosa è islamofobo.
Ma il feticcio della scuola laica?
È necessario considerare inoltre che l’università non puo’ e non deve diventare un centro di culto islamico perché è considerata laica.
Nel gennaio del 2008 all’ università la sapienza di Roma, complice il governo Prodi, una minoranza di docenti e studenti impedì al pontefice di allora – Benedetto XVI – di tenere un discorso.
Quindi come sempre la laicità per la sinistra è come la pelle di una parte degli organi genitali maschili che la tiri nella direzione che vuoi. Bene ha fatto il questore di Torino a diffidare l’imam dal ripetere il suo sermone la settimana successiva perché se gli atenei devono essere scevri dalla religione lo devono essere ancora di più da quella religione.
Ora sicuramente qualche fessacchiotto di sinistra si convertirà al culto islamico completando il suo ciclo evolutivo di cretino dell’anno.
Soccorso rosso non delude mai
Ovviamente il soccorso rosso è arrivato immediatamente grazie a Gramellini che per aumentare l’audience del suo programma ha invitato l’imam alla sua trasmissione per far sì che ci illuminasse sull’entità dei suoi discorsi.
Mi sembra il minimo sindacale per loro. Faccio ancora un piccolo ragionamento prima del gran finale: in questo paese si mette sotto processo qualche ragazzotto con il braccio teso durante una commemorazione e non si indaga su un discorso inneggiante alla jihad?
Indagini sempre e comunque a senso unico
Possibile che non ci sia un funzionario di polizia o un ufficiale dei carabinieri che mandi una informativa alla procura per istigazione al terrorismo?
Capisco la libertà di pensiero ma i danni e i morti fatti dai mentori della guerra santa in Europa e in Medio Oriente sono sotto gli occhi di tutti.
Ho visto però una cosa in un avvenimento sportivo che mi ha dato speranza e mi ha fatto sorridere: nella finale di pugilato a Riyadh per la riunificazione dei titoli mondiali, l’ucraino Usyk (poi vincitore del titolo) quando si è presentato alla Kingdom Arena indossava una maglietta nera con una croce bianca e si è inginocchiato al suo angolo facendosi il segno della croce per ben tre volte nonostante in Arabia ciò sia proibito.
D’altronde chi ha una identità se la tiene e ne va orgoglioso al contrario dei pavidi paesi europei, visto che nei manifesti ufficiali delle olimpiadi a Parigi sono scomparse le croci, per non urtare la suscettibilità di chi non è cristiano.
Un ulteriore scalino verso la discesa della sottomissione culturale e religiosa. Aspettiamo fiduciosi riprendano le lezioni per la maggioranza degli studenti che desiderano veramente la scuola, purtroppo ostaggio di questi scoppiati.
Maurice Garin
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