L’Estonia soffia sul castello di carte: togliere il voto all’Ungheria in seno al Parlamento europeo, equivale a invitare Budapest a lasciare Bruxelles e compagni e, accadesse davvero, c’è da scommettere che altri ne seguirebbero la fuga verso est.
Lo staterello vassallo dalla Ue invoca l’articolo 7 per privare “democraticamente” Orban del diritto di voto in seno all’Unione.
L’intento è evitare l’ostruzionismo del Presidente magiaro nelle questioni che riguardano l’inasprimento delle ritorsioni contro la Russia, relativamente alla questione Ucraina, per altro già chiusa de facto, senza che la cornacchia europea possa infilarci il becco.
Chiunque, tra i parrucconi di Bruxelles, voglia regalare Budapest allo squadrone capitanato da Mosca sta giocando con la sopravvivenza stessa di questa Europa dei folli.
Noi siamo a favore dell’estromissione, seppur parziale, dell’Ungheria dal voto, poiché questo condurrebbe Orban all’ora delle decisioni irrevocabili, decretando la fine dell’oppressione di Bruxelles sul vecchio continente.
Il funerale in pompa magna della Ue è sempre più vicino. La carta estone, la più leggera del castello, può davvero rompere gli equilibri pescando la carta pesante ungherese?
Così sia! Del resto in una Unione folle e sull’orlo del baratro tutto è possibile.
Lo abbiamo detto a più riprese: la caduta è vicina, molto più di quanto si possa pensare.
Cristian Borghetti
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