Lepore e la battaglia del 25 aprile – Non si fraintenda il titolo, non stiamo parlando di eroiche imprese di un qualche avo partigiano dell’attuale sindaco di Bologna, ma di una querelle che si sta animando in questi giorni, a proposito dell’organizzazione dei festeggiamenti che da anni si svolgono in via del Pratello per il 25 aprile, puntualmente in un tripudio di pugni chiusi, consumo di alcolici e libere deiezioni.
R’Esistere
Gli organizzatori, riuniti nel comitato “R’Esistere”, con il tipico vittimismo che in quel mondo non manca mai, denunciano di sentirsi “sotto attacco”, in quanto il Comune, bontà sua, starebbe finalmente cercando di limitare orari e spazi dell’evento.
È il caso di ricordare che, soltanto l’anno scorso, si è assistito al culmine dei tanti episodi di inciviltà che da sempre caratterizzano la “festa”, con piazza San Francesco invasa da scalmanati in preda ai fumi dell’alcol, un tentativo di arrampicata sul portone della basilica e via del Pratello trasformata in un gigantesco orinatoio a cielo aperto con contorno di bottiglie e vetri rotti ovunque.
Centri sociali coccolati
La cura con cui il sindaco da sempre coccola certi ambienti, dai collettivi ai centri sociali, è tristemente nota ai bolognesi, ma quest’anno, balbettando e deglutendo per l’evidente imbarazzo, il primo cittadino non ha potuto evitare di dare un sia pur timido segnale di ordine.
Con un qualche sollievo da parte degli incolpevoli residenti, sono state date indicazioni per “eventi a basso impatto acustico”, Piazza San Francesco – dove si dovrebbe svolgere una manifestazione “istituzionale”- transennata con ingressi contingentati e un limite di orario alle 19.00 – ma anche 19.30 sembra concedere il magnanimo Sindaco, per non irritare troppo i suoi cocchi – per gli eventi di via del Pratello.
“Non arretreremo di un millimetro”, minacciano, intrepidi quelli di R’Esistere, convinti che il Comune voglia “fagocitare la festa di via del Pratello istituzionalizzandola” e snaturandola. Hanno proposto di spostare il mercato di Campi Aperti in piazza San Francesco e di ridurre i gazebo per ragioni di sicurezza, ma il Comune ha risposto picche.
In attesa di scoprire se gli organizzatori si adegueranno alle direttive del Comune o reagiranno in qualche modo, più o meno ardimentoso, alla profanazione della loro solennità, tanti cittadini, bolognesi e non, attendono speranzosi di essere, finalmente, liberati dalla “Liberazione”.
Raffaele Amato