L’Emilia in ginocchio per l’alluvione avrà i bagni NO Gender – L’Emilia-Romagna sprofonda nel fango, alle prese con un vero e proprio disastro drammatico.
Eppure, in regione c’è chi, come l’amministrazione comunale di Bologna, ha priorità ben diverse da affrontare.
Una questione di vitale importanza
l consiglio comunale bolognese, il 29 maggio, ha trattato come primo punto all’ordine del giorno (data la presunta urgenza ed indifferibilità della questione, calendarizzata dalla sera alla mattina) l’approvazione della proposta dei bagni “no gender”.
Si tratta dei bagni aperti a tutti, senza distinzione di sesso, che consentirebbero ai trans di non sentirsi discriminati dalle etichette.
Una vera e propria panzana ridicola, in salsa ideologica tipica della sinistra più becera, che fa dei membri della comunità LGBT una categoria privilegiata da proteggere.
Dove vivono?
Ma quello che desta più scandalo è proprio che il consiglio bolognese abbia come priorità simili sciocchezze e non già problemi più seri, come quelli che attanagliano la popolazione.
Un vero e proprio schiaffo in faccia ad emiliani e romagnoli, colpiti al cuore da un’alluvione disastrosa.
Al PD interessano solo i diritti degli altri
La sinistra, dunque, si conferma totalmente avulsa dalla realtà e lontana dalle esigenze dei cittadini.
Ciò che conta, per i vetero comunisti, sono esclusivamente i presunti diritti (in)civili degli omosessuali e degli immigrati.
Gli italiani, per quanto vittime di sofferenza e difficoltà, invece, non sono affar loro. Con buona pace di chi, in buona fede, continua a votare certi cialtroni.
Giustino D’Uva