Le promesse della Meloni a Caivano – È così che don Maurizio Patriciello, noto prete anticamorra, denuncia il degrado del Parco Verde di Caivano:
“Questa gente è stata deportata qui dopo la stagione dei container. Si è scelto di far vivere in un unico posto i più poveri dei poveri e di abbandonarli”. Senza progetti. Con strutture sportive via via distrutte.
“Non chiediamo soldi ma quello che ci spetta. Se al Parco Verde fossero esistiti dei vigili urbani, forse le aree degradate sarebbero state presidiate e quelle violenze non sarebbero avvenute. Tutti bambini, le vittime e i carnefici”.
Praticamente bambini
Uno stato di abbandono e di miseria di cui si è tornati a parlare dopo lo stupro delle due cuginette rispettivamente di 10 e 12 anni e che vede indagati due maggiorenni e otto minorenni, tra questi anche figli di camorristi.
Un orrore che andava avanti dal mese di giugno, ma venuti fuori solo a fine luglio, quando il fratello di una delle due ragazze ha ricevuto il messaggio da un conoscente “Non vedi che fanno a tua sorella?”
Boomerang sul viaggio della Meloni
Una violenza efferata su piccole vittime, che ha spinto il parroco ad invitare a Caivano il premier Giorgia Meloni: “Siamo pronti ad accoglierla, perché non bisogna lasciare soli i bambini di questo quartiere”.
Un invito che il premier ha accettato ma che ha scatenato la rabbia degli abitanti della zona.
“Sicura che tornerai viva dalla Campania?”
Il post di una donna: “Ti consiglierei di restare a casa tua…”. “Io ti consiglierei stai a casa stanno com e pazz e rimaste 160mila famiglia senza rdc senza spesa, sei sicura che tornerai a casa?” “Speriamo rimani morta a Caivano”
Rabbia e acredine derivanti dall’ abolizione del Reddito di Cittadinanza ma che non hanno fermato la visita della Meloni che, infatti, il 31 agosto, si è recata a Caivano.
La rabbia della folla
Il premier è stato accolto da Don Maurizio Patriciello ma, com’era prevedibile, anche da urla e insulti.
”Vergognati”, ”assassina”, ”dacci lavoro”, ”fascista di me…”.
Una visita avvenuta tra urla e minacce ma anche tra situazioni imbarazzanti, come le chat in cui si invitava a portare gente a Caivano in occasione della visita del premier: “Portate gente a Caivano, ma devono sembrare cittadini qualunque”.
I messaggi, diffusi sui social, sarebbero stati inviati da un dirigente di Fratelli d’Italia per accogliere e sostenere il premier durante la sua visita a Caivano, visto il clima testo che si era creato per il suo arrivo.
Un clima fatto di tensione dove la violenza fa da linguaggio e che conferma l’amara realtà di Caivano, già denunciata a giugno da Striscia la notizia.
Una realtà che, a quanto pare, le istituzioni non hanno voluto né vedere né sentire e che solo oggi sembrano ricordare.
“Siamo qui per manifestare la solidarietà a vittime innocenti” ma anche per manifestare la “presenza seria, autorevole, costante dello Stato che in territori come questo non sono stati sufficientemente percepiti e forse non sufficientemente presenti” ha detto il premier in un punto stampa organizzato alla fine della riunione del Comitato.
“Questo territorio, che è una zona franca, sarà radicalmente bonificato. Presto vedrete i frutti di questa azione”.
Promesse meloniane
Lo scopo della Meloni è infatti quello di far sì che domani Caivano “sia un modello: da problema a esempio”.
“Fermezza dello Stato contro la criminalità e la droga” sono queste le linee guida che intende seguire il Governo.
Il premier ha assicurato che entro la primavera del 2024 il centro sportivo di Caivano, travolto dall’incuria e dai vandali e luogo dove si è consumato lo stupro di gruppo ai danni delle due cuginette, tornerà ad essere un centro sportivo.
Gli obiettivi sono “riaprire il centro entro la prossima primavera e rafforzare le norme contro la dispersione scolastica”.
Parole che indubbiamente rincuorano, con la speranza che non restino solo parole, visto che il premier si è recato a Caivano su invito anziché sponte. Condotta, questa, che legittima un certo scetticismo che si spera verrà smentito da parole trasformate in fatti.
Nemes Sicari