Le mosse della lobby LGBT in Europa – Con 185 voti favorevoli e 153 contrari il Parlamento spagnolo ha definitivamente adottato la normativa che consente alle persone di cambiare sesso attraverso una semplice dichiarazione amministrativa.
Il testo elimina l’obbligo di fornire referti medici attestanti la disforia di genere e la prova del trattamento ormonale seguito per due anni, come avveniva finora per gli adulti.
Solo una pratica in comune
La legge contempla la possibilità di chiedere la modifica del proprio sesso all’anagrafe (attraverso una doppia dichiarazione a distanza di tre mesi) senza autorizzazioni giudiziarie o mediche a partire dai 16 anni (dai 14 previo assenso genitoriale).
Tra i 14 e i 16 anni servirà il consenso dei genitori, mentre tra i 12 e i 14 sarà necessaria l’approvazione giudiziaria.
La legge, inoltre, proibisce le terapie di conversione e mette in atto misure contro l’omofobia nei settori della salute, dell’istruzione e dell’occupazione.
Aborto e congedo mestruale
Il Congresso dei deputati spagnolo ha approvato in via definitiva anche la riforma sulla salute sessuale e riproduttiva e l’interruzione volontaria della gravidanza che introduce il congedo mestruale, sovvenzionato dallo Stato, con certificato medico, per chi soffre di mestruazioni dolorose e invalidanti.
Lo stesso provvedimento garantisce l’aborto “libero e sicuro” nelle strutture pubbliche a partire dai 16 anni e introduce in Spagna la distribuzione gratuita di assorbenti e prodotti di igiene intima per il ciclo mestruale in scuole, carceri ed enti pubblici.
La sinistra spagnola esulta ma è spaccata
Una normativa sostenuta in particolar modo dalla ministra delle Pari Opportunità Irene Montero (Unidas Podemos) e richiesta a gran voce da diversi collettivi LGTB+, ma che ha anche portato polemiche che hanno provocato divisioni all’interno del movimento femminista spagnolo: in particolare, una parte delle femministe si dice contraria a questa norma in quanto vede in essa problemi potenziali di “insicurezza giuridica”, di applicazione di politiche contro la discriminazione delle donne e per quanto riguardo l’autodeterminazione dei minori di 18 anni.
Un provvedimento che ha anche scatenato un acceso dibattito all’interno della stessa coalizione di sinistra al potere.
DDL Zan europeo?
Tutto questo mentre Jacopo Coghe, portavoce Pro Vita e Famiglia, denuncia un vero e proprio ddl Zan europeo: “Il Parlamento Europeo ha approvato un vero e proprio cavallo di Troia, ovvero la ratifica obbligatoria per gli Stati UE della convenzione di Istanbul, che con la scusa della lotta alla violenza sulle donne introduce un Ddl Zan europeo, per portare l’agenda LGBTQI negli ordinamenti e nelle scuole di tutta Europa”.
In Italia intanto…
A Roma prendono forma i primi asili e nido aperti alle famiglie arcobaleno dove nei moduli si possono indicare due mamme o due papà. Una martellante propaganda gender vista anche sul palco di Sanremo tra baci omosessuali e condotte che degenerano nel volgare.
Una rivoluzione gender che ha anche i suoi portavoce come Ethan Caspani, divulgatore social di 26 anni che ha raccontato a Open il suo percorso di transizione di genere: “Se dovessero pentirsi? – Dice riferendosi ai ragazzi in procinto di cambiare sesso -Vorrà dire che questo percorso gli sarà servito a comprendersi più a fondo. La cosa importante è che stiano bene e siano sereni con sé stessi”.
Rita Lazzaro