Le imprudenze della Meloni sulla lingua tedesca – Diffusa dall’agenzia ANSA, è rimbalzata in questi giorni su diversi giornali la storia dell’avversione, vera o presunta, della Meloni per la Germania.
Durante la sua recente visita a Berlino, infatti, un giornalista tedesco ha contestato al presidente del consiglio italiano di nutrire sentimenti non proprio di simpatia verso la Germania e di averlo dichiarato pubblicamente.
La Meloni si è difesa dicendo che non si trattava da parte sua di avversione nei confronti della Germania ma nei confronti della lingua tedesca che, studiata alle superiori le era risultata sempre piuttosto ostica.
Nel libro Io sono Giorgia
Il tedesco ha detto, è una lingua complessa.
A smentirla invece è un brano tratto dal suo celebre libro “Io sono Giorgia” nel quale, pur partendo dalla questione della lingua nello studio della quale la Meloni dice di non aver mai eccelso. A pag. 47 dice testualmente “Quando arrivò il mio esame di maturità, la professoressa designata come membro interno della nostra classe, che allora non mi aveva esattamente in simpatia, pensò che fosse l’occasione di farmela pagare. Allora si portavano due materie all’orale, una scelta dallo studente e l’altra dalla commissione, ma spesso i professori lasciavano che fosse lo studente a suggerirle entrambe. Io avevo deciso di portare all’orale italiano e francese perché era affascinata dai poeti decadenti. Non andò così. Il giorno prima dell’esame mi cambiarono italiano con tedesco. Il tedesco! Credo che nessun altro, quell’anno, fece l’orale in tedesco! A volte mi domando se derivi da lì una mia certa avversione per la Germania…Ricordo ancora che mi chiesero Der Tod in Venedig. La morte a Venezia di Thomas Mann…”.
Un racconto questo che in verità non riesce a convincere del tutto.
La storiella non convince
Che sia stata la professoressa designata come membro interno a cambiarle la materia prescelta è poco credibile. Chi lavora infatti come docente nelle scuole superiori o lavorava al tempo dell’esame di Stato della Meloni sa bene che la prima materia, secondo la formula della maturità dell’epoca, veniva scelta dallo studente e non poteva essere cambiata.
La seconda invece era scelta dall’intera commissione d’esame e veniva assegnata sulla base del giudizio scritto dal Consiglio di classe in sede di scrutinio, privilegiando la materia nella quale lo studente aveva riportato i risultati migliori. Il Presidente di Commissione, per evitare ricorsi, mai avrebbe assegnato al maturando come seconda una materia nella quale il giudizio non fosse stato positivo, dato anche il suggerimento di evitare penalizzazioni punitive.
Di conseguenza o la Meloni in tedesco andava bene o ricorda male.
Tutte le lingue sono complesse
Ma, a prescindere da questo, le affermazioni sul tedesco lingua complessa, come lei l’ha definita, recano grave danno e pregiudizio a chi, frequentando oggi il liceo linguistico, deve scegliere le lingue da studiare. E soprattutto ai docenti di tedesco che potrebbero vedere disertate le proprie classi. Fermo restando che tutte le lingue sono complesse e lo sanno bene gli studenti che scelgono spagnolo o francese che di certo, se studiate bene, non sono proprio una passeggiata, lo studio del tedesco in Italia oggi non va scoraggiato ma al contrario incentivato.
Il tedesco è importante
Da un lato è la lingua più parlata in Europa dato che è ufficiale in Austria, Germania, Svizzera, Liechtenstein, Belgio, Lussemburgo e Alto Adige, per un totale di 100 milioni di persone.
Dall’altro perché la Germania è il primo partner commerciale dell’Italia. Secondo i dati ISTAT, il volume dell’interscambio della Germania con l’Italia nel 2021 è stato pari a circa 142,5 miliardi di euro, cosa che non va sottovalutata.
È un fatto che la Meloni non ha considerato questi aspetti ed è stata alquanto imprudente. La prudenza invece per chi ricopre un ruolo pubblico così importante come quello di capo del governo dovrebbe essere la norma