Concita De Gregorio è una Selvaggia Lucarelli che ha fatto finta di studiare. Selvaggia Lucarelli è una Concita De Gregorio che ha studiato in discoteca.
L’università che ha molto profittevolmente frequentato la prima e l’educandato dove è profondamente maturata la seconda, le hanno dotate di una bussola interna, pari a quella delle tartarughe marine che però non le mette in contatto con l’asse terrestre e con le correnti oceaniche, ma con l’asse del potere e con le correnti dei quattrini e della carriera. La corrente del golfo di Concita si chiama Pd, quella di Selvaggia, Travaglio. Cullate dalle onde, le nostre sono arrivate lontano, senza sforzo alcuno, come il plancton e le meduse.
Le signore esibiscono da sempre quel tipo di straordinario talento che, in assoluta assenza di talento, permette di diventare intellettuali senza intelletto ed opinioniste senza idee sulla falsariga di Fedez, cantante senza voce e della Ferragni, influencer di moda senza un briciolo di gusto.
Entrambe, giornaliste esattamente come Di Maio politico, hanno la propensione a dire e a scrivere corbellerie talmente nucleari da risultare talora perfino simpatiche.
Concita, nei panni della Enola Gay, ha sganciato pochi giorni fa, sul territorio nazionale, la sua “Little boy“: una fregnaccia dal potenziale talmente distruttivo da consentire il paragone che ho appena fatto. Little boy nasce nella mente smisurata di Concita grazie ad un viaggio su rotaia. Il dondolio la culla, i neuroni si scontrano, lo scontro produce calore e, col calore, l’esplosione con conseguente immediata evacuazione, essendo Concita, come l’altra, gravemente incontinente.
Dobbiamo all’incontro con un gruppo di donne che viaggiavano in treno senza mariti, amanti, padri e fratelli, il fenomeno originato tra le sue accaldate meningi ed espresso con questa atomica potenza intellettuale: che mondo bello sarebbe quello in cui l’uomo non esistesse quasi e, inseminata la donna, sparisse, si volatilizzasse…esattamente come, aggiungo io, molte povere vittime delle bombe americane!
Concita 1 – 0 Selvaggia, ma attenzione, la morte dell’intelligenza è reale, la vittoria di Concita, apparente!
Basta scavare nelle passate corbellerie lucarelliane per capire che il confronto è ad altissimi livelli e mentre Concita oggi sogna il fuco, Selvaggia offendeva ieri il defunto De Donno e rivendicava, con la gagliardia di una mascella parecchio più grande del pudore, i suoi aborti… perché sono suoi, riguardano lei, sono affari personali. Peccato che in questo delirio tardo adolescenziale di io, me, mio, a crepare fosse sempre un altro!
Fortunata Selvaggia che non è stata abortita come invece lo sono stati i suoi figli e fortunata Concita che vede il suo sogno quasi realizzato.
La femminilizzazione del maschio, l’aumento imbarazzante di uomini dichiaratamente omosessuali, la diminuzione del numero degli spermatozoi prodotti dai maschi delle ultime generazioni, la pratica dell’acquisto dello sperma da donatori che scompaiono dopo l’atto di onanismo, è il segno inequivocabile che il maschio, a brevissimo, non ci sarà più.
Sono ormai un esercito le donne che si dicono disperate per l’assenza di uomini che siano davvero tali emotivamente e sessualmente.
Non tutte vogliono salire sul treno di clausura di Sua badessa laica Concita De Gregorio e men che mai, credo, la signora Lucarelli che non sembra aver disdegnato né disdegnare la compagnia maschile, molteplice e fertile, alla quale si abbandona con (in)coscienza liberata…la 194 veglia su di lei, sulle sue notti tempestose e su quei padri mancati, probabilmente della sua identica levatura!
E’ da queste vertiginose altezze che Concita e Selvaggia sganciano le loro bombe atomiche: altezza asfalto, livello marciapiede della Salaria, forse è per questo che provocano tanti danni ai troppi che, proprio a quelle “altezze” vivono e a quei livelli “ragionano”!
Irma Trombetta