Le contraddizioni del Pride: Quando “l’inclusione” discrimina
Anche quest’anno in diverse città italiane i cittadini saranno costretti ad assistere agli stanchi riti dei Gay Pride, oscene carnevalate condite da esibizioni di chiappe pelose al vento e sempre più violente rappresentazioni blasfeme, alla faccia del rispetto di cui si riempiono la bocca i partecipanti.
Quest’anno, però, c’è una novità, conseguenza del genocidio di Gaza. Le associazioni omosessualiste ebraiche non parteciperanno ai tradizionali appuntamenti, in quanto si sentirebbero minacciate dall’ostilità degli altri gruppi di manifestanti, per via delle criminali politiche di Israele.
I cortocircuiti LGBTQ+
Un cortocircuito, quindi, all’interno di un mondo che, già qualche anno addietro, si trovò a vietare le immagini di Che Guevara nei pride, dopo che – finalmente – fu scoperto che il leggendario guerrigliero non era stato particolarmente tenero con gli omosessuali, avendo istituito a Cuba degli specifici campi di rieducazione per loro. In tutti i paesi comunisti gli omosessuali furono e sono tuttora perseguitati, in quanto considerati causa di disordine sociale.
A dire il vero, le contraddizioni non si fermano qui. Ci sono anche islamici orgogliosamente omosessualisti, che si fanno fatica a trovare nei paesi musulmani… la loro presenza organizzata nella galassia LGBTQetc. è un fatto relativamente recente.
E gli Ebrei no?
Non così per gli ebrei. Il mondo ebraico è una realtà estremamente composita, suddivisa in correnti religiose, politiche e antropologiche. L’ebraismo riformato ebbe origine nel XIX secolo in Germania, diffondendosi poi in tutto l’Occidente e diventando la principale componente dell’ebraismo negli Stati Uniti.
Un po’ come il modernismo nel mondo cattolico, l’ebraismo riformato si propone di storicizzare i principi religiosi, adattandoli ai tempi. La Torah – che in ebraico significa “insegnamento” -, o Pentateuco, contiene i primi cinque libri della Bibbia, tra cui il Levitico. In questo testo sono contenute, tra l’altro, le importantissime norme sulla purità, sul culto, i precetti alimentari e le prescrizioni in materia sessuale – queste ultime nei capitoli 18 e 20 -.
Riguardo all’omosessualità vi si legge: “non giacerai con il maschio così come giaci con la femmina: è abominio” (Lev. 18-22). La punizione per chi violava questo precetto era la morte: “e se l’uomo giace con l’uomo come fa con una donna, entrambi hanno commesso un atto detestabile: verranno messi a morte e il loro sangue ricadrà su di loro” (Lev.20-13). Tuttavia non risultano documentate applicazioni di questa sanzione.
Un’apertura che ha fatto breccia
L’ebraismo riformato rifiuta questi precetti e considera le norme del Levitico come principalmente orientate a combattere la prostituzione, quale pratica tipica delle popolazioni cananee non ebraiche nell’epoca biblica. Nell’ebraismo riformato uomini e donne omosessuali possono legittimamente essere ordinati rabbini e i matrimoni omosessuali sono ammessi.
Con il tempo questo genere di aperture ha fatto breccia anche in altre correnti dell’ebraismo, incluso quello ortodosso. Esiste un’organizzazione chiamata HOD che ha appunto il compito di promuovere l’inclusione degli omosessuali all’interno delle comunità religiose ortodosse.
Insomma, l’omosessualità e la sua versione ideologico-militante, l’omosessualismo, sono ben presenti nel mondo ebraico e in Israele i gay Pride si tengono regolarmente da anni, con l’opposizione di qualche sparuta minoranza di ultraortodossi.
D’altra parte, non è Israele l’avamposto dell’Occidente e dei suoi cosiddetti “valori” nel Vicino oriente?
Quindi, tornando all’esclusione delle organizzazioni omo ebraiche dai pride di quest’anno – a proposito, i social ci bombardano con post sul “month pride”, a ricordarci che dovremo sopportare queste buffonate per un intero mese – ecco la vera natura del mondo LGBTQetc.: parlare di inclusione escludendo, parlare di rispetto offendendo, parlare di libertà obbligando e imbavagliando. Recitando sempre e comunque il ruolo delle vittime.
Raffaele Amato
Il 2diPicche lo puoi raggiungere
Attraverso la Community WhatsApp per commentare le notizie del giorno:
Unendoti al canale WhatsApp per non perdere neanche un articolo:
Preferisci Telegram? Nessun problema: