LBGT: a Milano la Schlein mette il cappello sulla protesta – Finalmente, il Comune di Milano ha bloccato la forzata trascrizione anagrafica dei figli delle coppie omogenitoriali nati all’estero.
Un atto doveroso, visto che la legge italiana è chiara nel vietare l’adozione per i gay, oltre che – ovviamente – la squallida pratica dell’utero in affitto.
Eppure, alla comunità LGBT la decisione non è andata a genio. A Milano, dunque, è andata in scena un’ennesima parata ridicola degli omosessuali, volta a rivendicare diritti evidentemente illegittimi ed inesistenti.
La canea LGBT a Milano
Il sindaco Sala, naturalmente, si è unito ai manifestanti; e lo stesso ha fatto Elly Schlein, la segretaria del PD che non ha mai nascosto la sua omosessualità e la sua adesione incondizionata all’ideologia arcobaleno.
La Schlein non perde tempo
La Schlein, dal palco della manifestazione, dal canto ha rilanciato il DDL Zan e poi ha promosso l’idea di una legge che miri alla presunta tutela delle coppie omosessuali e del loro diritti alla genitorialità.
Si tratta di una norma che, palesemente, vorrebbe legittimare e legalizzare la maternità surrogata, unico strumento attraverso cui gli omosessuali possono avere dei figli.
Tutto ciò, oltre a violare i diritti delle donne ed al lederne l’integrità fisica e la posizione sociale in seno alla famiglia naturale, è un’inaccettabile violazione del diritto (biologico e civile) dei bambini a nascere naturalmente da un papà ed una mamma.
Fermare la comunità LGBT
Impedire l’approvazione dell’utero in affitto, dunque è una battaglia di civiltà. Al contrario, quella della Schlein e della comunità LGBT è una battaglia folle, che con la solita ipocrisia mira a distruggere la famiglia naturale ed a danneggiare donne e bambini, primi veri bersagli della propaganda gender.
Il PD ostaggio della lobby LGBT
Il PD targato Schlein, come dalle premesse, si conferma un’accozzaglia ideologizzata al servizio dell’omosessualismo più becero. Se prima i dem mantenevano una parvenza di aderenza ai veri problemi dei cittadini, ora si schierano esclusivamente con la categoria LGBT, abbracciandone le idee ed i progetti, a tutto discapito di chi non è omosessuale o comunque non tollera l’abominio del gender o dell’adozione gay.
La sinistra rappresenta sempre di più un cancro da estirpare dal tessuto sociale italiano. La destra di governo, d’altra parte, non è in grado di opporsi alla deriva etica del Paese, manifestando un’inadeguatezza che spesso si traduce in remissività verso le pretese assurde e scellerate della lobby LGBT, detentrice di un potere pervasivo e ferale.
Giustino D’Uva