L’AfD escluso dal gruppo europeo Identità e democrazia macina consensi tra i tedeschi
Maximilian Krah capolista dell’AFD per le prossime elezioni europeee, è stato investito da un uragano di polemiche per un commento sulle SS: Bisogna valutare individualmente le colpe – aveva detto Krah – Non dirò mai che chi aveva una uniforme delle SS era automaticamente un criminale.
Il politico tedesco si è dimesso, ma l’auto epurazione non salva l’AFD: il partito di estrema destra tedesco è fuori dalla compagine europea “Identità e democrazia – il gruppo per intenderci dove sono collocati sia la Lega che l’RN francese.
Colpito l’AfD per la posizione filorussa
Il capo di AFD ha pagato la sua simpatia verso Russia e Cina, poiché ciò lo rende politico sgradito al gruppo degli pseudo sovranisti europei.
Nemmeno il sacrificio dell’alfiere è bastato a Meloni, Le Pen e compagni che hanno voluto fuori dai giochi il terzo partito del Bundestag.
Intanto AfD macina consensi
AFD paga il suo euro scetticismo, la sua ideologia antislamica, il suo fondamento identitario, quel suo aleggiare a idee e politiche vicine al Nazionalsocialismo del Terzo Reich, evidentemente scomodo quanto imbarazzante per chi è in Europa per servire non certo per farsi valere.
Ormai sono passate di moda le parole “Ci smarchiamo da Tizio o ci alleiamo con Caio per governare” – “Hinz und Kunz” per restare in tema tedesco – alla fine comanda sempre Sempronio.
Maximilian non si rammarichi, AFD non consideri questa uscita forzata come una sconfitta, bensì come una vittoria.
Deve essere chiaro a tutti: non si scende a patti con una banda di utili idioti a cui, sotto ricatto o dietro lauto compenso, preme soltanto eseguire gli ordini del padrone. L’Europa, così come concepita, è una mera colonia al giogo di usurai e banchieri.
Una speranza per la Germania morente
AFD si consideri redenta e purificata dalle influenze, dagli accordi presi con quattro clown sotto il tendone di Bruxelles e si assuma l’onore e l’onere di essere quell’ultimo reparto a difesa della vera Europa, quella Charlemagne che non soccombe, ma chiama a raccolta i fratelli in vista della battaglia per l’Europa tanto agognata da Lisbona a Vladivostok.
Il nemico ha calato la maschera, il grande affamatore ha un nome, un volto. Un tempo qualcuno disse: Un giorno la mia anima risorgerà dalla tomba e il mondo saprà che avevo ragione… Aveva ragione.
Cristian Borghetti
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