La speranza è sempre l’ultima a morire. Detto popolare quanto mai vero soprattutto per l’area identitaria radicale che, sfumata ogni possibilità di agire sulla politica e sulla cultura nazionale mainstream, si è ammantata di un inossidabile romanticismo per giustificare la propria essenza.
La speranza in questo caso è che sorella Michela si sia ravveduta in punto di morte. La speranza è che nei minuti prima di esalare l’ultimo respiro si sia affidata alla Vergine Maria strappando così quel lembo di purgatorio – dove ancora si sente l’odore di zolfo -.
Oggi abbiamo la possibilità di sperimentare il comandamento evangelico di amare e pregare per i propri nemici.
Preghiamo dunque che nostra sorella Michela sia stata abbracciata nonostante tutto dalla Madonna.
Preghiamo perché abbia compreso tutti gli errori commessi nel proprio cammino terreno e che ora sia pentita ed umiliata per certe sue dichiarazioni che abbiamo sempre attaccato dal nostro giornale.
E per noi, diamo significato alla morte di Michela pregando per lei.
Cercando di sforzarci di adempiere al comandamento dato da Cristo che oggi si rivela in tutta la sua complessità.