La sfida di Bossi alla Lega di Salvini – La Lega naviga in alto mare: la guida del “Capitano” ormai è scaduta e le correnti all’interno del partito sono una contro l’altra.
A volte ritornano
In questo clima burrascoso, a dispetto dell’età ormai avanzata e della salute caduca, si fa risentire Umberto Bossi, ancora capace di riscaldare i cuori di alcuni elettori, cui la vecchia lega secessionista e federalista – la lega che è contro il centralismo romano – ancora si rivolge, senza fare i conti con il fatto che proprio a Roma, la Lega governa da diversi anni e con chiunque.
Una riedizione del governo Draghi
Il governo Meloni si è appena insediato, nel segno della continuità con i governi precedenti (guerra alla Russia, sottomissione alla NATO e agli USA, multe per chi non ha rispettato l’obbligo vaccinale, approvazione della famigerata carta verde in sede europea, aumento delle accise sui carburanti e una politica economica che, invece di andare a fare importanti riforme, sembra più la solita strategia delle marchette elettorali, c’è da chiedersi che tipo di Lega si vorrà proporre per il futuro.
Ritorno del Senatur in vista?
La Lega Di Bossi tutta “padana”, che sopravvive nei territori storici o la lega di Giorgetti, moderata ed europeista, oppure, potrebbero lasciare ancora il timone a Salvini e condurre la Lega ad un naufragio certo e globale. Ieri a Pavia, ad un convegno della Lega c’era nebbia, non la solita che imperversa in Pianura Padana, bensì una nebbia politica, una foschia torbida fatta di uomini approssimativi, che hanno fondato la loro carriera sugli slogan e sui sondaggi pagati per vendere cialtronerie ed obbedire a Bruxelles. D’altronde questo è l’imperativo dei partiti di regime, per i quali i leghisti, ormai prossimi al tramonto, cercano nuovi figuranti.