La peggio gioventù
L’ omicidio del sedicenne di Pescara obbliga a delle riflessioni che non possono non essere disgiunte da un certo mantra ideologico di una parte della politica.
La continua ricerca di scuse per ogni comportamento deviato dal normale vivere civile viene imputato alla società . Tutto ciò non può e non deve più essere considerato un alibi.
Il martellante e delirante pensiero progressista che vuole la liberalizzazione delle droghe leggere ha portato a risultati che chiamarli devastanti e’ poco, ma solo degli idioti ottusi non si accorgono degli effetti collaterali di questi pensieri distorti.
Da dati effettivi l’età dei consumatori di stupefacenti si è abbassata notevolmente e vi sono casi in cui sono segnalati quali assuntori bambini (perché questo sono) di 11/12 anni.
Una “canna” non uccide?
Il secondo elemento da sfatare è quello del classico ritornello ” una canna non uccide nessuno”. Vero in passato, ma i cartelli della droga, guidati da persone dotate di notevole intelligenza imprenditoriale criminale hanno pensato anche a questo; il principio attivo contenuto attualmente nelle cd droghe leggere è triplicato rispetto a prima e quindi significa che non sei più tu a decidere quando drogarti ma è lo stupefacente ad ordinare al corpo il fabbisogno di cui necessita.
I numeri dei giovani che ricorrono all’uso anche saltuario degli stupefacenti sono impressionanti e stimati sulle 4 persone ogni 10.
La scuola, una volta fortino dell’educazione, sta perdendo terreno di fronte a queste sfide. Non solo, in molte realtà scolastiche lo spaccio minuto viene quasi tollerato oppure volutamente ignorato per paura da parte del corpo insegnanti di trovarsi coinvolti in bufere mediatiche o in baruffe con i genitori degli alunni, ormai pronti a reagire anche fisicamente qualora i loro rampolli subiscano rimbrotti o segnalazioni da parte del corpo insegnanti.
La famiglia, e mi riallaccio all’ ultimo episodio accaduto appunto a Pescara, fa ciò che può, tanto che i genitori dei due ragazzi sottoposti a fermo di polizia giudiziaria per l’ omicidio del povero Christopher , sono un insegnante e un appartenente alle forze dell’ ordine, quindi a rigor di logica due totem educativi.
Ucciso per 250 euro
I motivi dell’omicidio paiono, per ora, legati ad un debito di 250 euro di stupefacente che Christopher avrebbe contratto con uno dei due assassini in erba.
Ciò che induce a riflettere sono invece due temi: la premeditazione e la ferocia delittuosa.
Sembra un telefilm delle serie narcos ed invece no, tutto ciò è frutto della strafottenza di youtuber e influencer che lanciano e veicolano messaggi di violenza che attraggono irresistibilmente menti non ancora formate.
Se tu vuoi qualcosa devi ottenerlo a qualsiasi costo e la violenza è necessaria perché ti possano portare rispetto. Messaggi deliranti che vengono osmotizzati dai minori che spesso confluiscono nelle baby gang che sostituiscono la famiglia laddove questa ha latitato o è stata completamente assente.
Se si analizza l’episodio è sconcertante come i due assassini abbiano portato un coltello con loro perché’ il disegno criminoso era proprio quello di uccidere.
Pare vi fosse anche una pistola chissà da dove spuntata.
30 coltellate
Annichilisce il fatto delle oltre trenta coltellate inferte al poveretto che mentre rantolava veniva fatto oggetto di sputi ed insulti in pieno spregio della vita umana. Ancora più agghiacciante è il dopo: sono andati al mare come avessero schiacciato un insetto e sarà ancora da valutare la presenza di altri giovani presenti al fatto senza essere intervenuti.
Quindi è stata un ‘ esecuzione da cartello colombiano o messicano e sono fermamente convinto che i due non abbiano provato rimorso e anzi nell’ ambito della criminalità giovanile un atto del genere può aver promosso un salto di qualità nella scala gerarchica delinquenziale minorile.
Ora cominceranno le solite tesi difensive; erano confusi, sono stati provocati, tenteranno anche la via psichiatrica perché’ forse hanno la psiche ammalata e la mente ottenebrata da questa società che non li comprende e li ha respinti.
Io li ho compresi benissimo e dipendesse da me, uscirebbero dal carcere a 70 anni, perché’ non si dimentichi una cosa: questi tra 10 12 anni al massimo saranno fuori e andranno al ristorante, in ferie, avranno una moglie e forse purtroppo dei figli, avranno ancora un’opportunità di vita normale.
Il povero Christopher no, sarà solo una luce e un flebile ricordo per chi gli dedicherà ancora un pensiero, non potrà avere altro. È proprio vero il detto: più conosco gli uomini, più amo gli animali.
Questi sono veramente la peggio gioventù
Maurice Garin
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