Da giorni, ormai, le cronache aprono puntualmente con gli sviluppi, si fa per dire, del caso Almasri. In realtà i suddetti sviluppi si riducono agli schiamazzi della sinistra che non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione assai ghiotta per mettere in difficoltà il governo sia sul piano interno che su quello internazionale.
Mettendo, come sempre, l’interesse di parte davanti a quello nazionale, Fratoianni e soci hanno portato ad una loro conferenza stampa Lam Magok Biel Ruei, rifugiato proveniente dal Sudan, che ha raccontato di essere stato torturato da Almasri e dai suoi uomini e, nei giorni successivi, ha presentato una denuncia contro Meloni, Nordio e Piantedosi.
Gli accordi Italia Libia di Gentiloni
Chi ci legge sa bene che ci importa assai poco di difendere l’attuale governo e ancora meno il generale libico, accusato di crimini efferati. Ci preme però rammentare che, dopo l’arresto, Almasri è stato rilasciato su decreto della Corte d’Appello motivato da un vizio di forma. E va pure ricordato il quadro di accordi che vigono tra Italia e Libia, accordi stipulati nel 2017 dal governo Gentiloni – ministro degli Esteri era Marco Minniti – che prevedono, tra le altre cose, la realizzazione di “campi di accoglienza temporanei in Libia, sotto l’esclusivo controllo del Ministero dell’Interno libico, in attesa del rimpatrio o del rientro volontario nei paesi di origine”, come recita il memorandum d’Intesa.
Questi accordi, nati dalla necessità di controllare in qualche modo i flussi migratori dopo la caduta di Gheddafi, sono stati poi confermati dai vari governi successivi. Certo, abusi e torture non sono mai ammissibili, neppure in contesti estremi come quello della Libia di oggi, ma sicuramente la sinistra non ha titolo per lavarsi la coscienza e gridare allo scandalo.
Almasri e Netanyahu
Il mandato di cattura internazionale nei confronti di Almasri non è il solo spiccato dalla Corte Penale Internazionale – di seguito, per brevità, CPI – . Tra gli altri in essere, risalta quello per il capo del governo israeliano, Benjamin Netanyahu, accusato di crimini di guerra e crimini contro l’Umanità.
Le malefatte di Bibi, come spesso lo chiamiamo per comodità e non certo per affetto, sono sotto gli occhi di tutti, rappresentate in ogni telegiornale, visibili a chiunque non voglia coprirsi gli occhi. Decina di migliaia di morti e feriti nella striscia di Gaza oltre che in Libano e Siria, angherie indicibili in Cisgiordania.
Almasri sarà certamente un criminale, lo abbiamo detto. Ma rischia di apparire una mammoletta di fronte al genocida di Tel Aviv. Eppure, tolte alcune eccezioni che è doveroso citare, da Laura Boldrini a vari esponenti di AVS e dei 5 Stelle, da sinistra non si sono sentite le stesse grida di sdegno, non si sono viste vesti stracciate di fronte all’atteggiamento supino e complice del governo italiano che, il 15 gennaio scorso ha comunicato a chiare lettere, tramite il Ministro Tajani, che se Bibi verrà in Italia non sarà arrestato.
Due pesi e due misure
Uno sputo in faccia alla CPI e anche allo Statuto di Roma – fatalità! – che prevede l’esecuzione dei mandati di arresto della Corte senza eccezioni. Quindi per Almasri si è arrivati a sospendere i lavori parlamentari, mentre per il boia israeliano, a sinistra, si è sentita solo qualche voce isolata.
Due pesi e due misure come sempre, nihil novum sub sole. Ma attenzione anche al falso patriottismo della destra, tutta appiattita sul fronte del sionismo più cieco. Da Salvini a Fratelli d’Italia senza eccezioni, al già citato Tajani, da il Giornale a Libero, a la Verità per non parlare de il Foglio.
E all’estero la musica non cambia, come raccontano le sconcertanti posizioni di Le Pen e Orban su Israele. Occhio, quindi, a parlare di indipendenza dei popoli, quando chi la proclama sostiene acriticamente uno Stato che opprime da decenni chi uno Stato non lo ha. Occhio, soprattutto, a parlare di patrioti e non, piuttosto, di utili servi.
Raffaele Amato
Il 2diPicche lo puoi raggiungere
Attraverso la Community WhatsApp per commentare le notizie del giorno:
Unendoti al canale WhatsApp per non perdere neanche un articolo:
Preferisci Telegram? Nessun problema:
Perfetto!!
Ottimo articolo, che esprime con chiarezza una posizione che condivido pienamente.