La morale doppia della sinistra – Il 27 maggio, Giulia Tramontano, una ventinovenne incinta al settimo mese, veniva barbaramente assassinata dal suo compagno Alessandro Impagnatiello.
A pochi giorni di distanza, Pierpaola Romano, 58 anni, viene uccisa da un collega con il quale aveva avuto una storia, Massimiliano Carpineti. L’uomo si era avvicinato a lei sparandole tre colpi, purtroppo letali.
L’omicida si è poi suicidato, sparandosi poco lontano dal luogo del delitto.
Due donne unite da una fine cruenta per mano dell’uomo che diceva di amarle.
È stato questo il loro imperdonabile errore: Giulia, il cui sogno era quello di creare una famiglia col padre del figlio che portava in grembo e Pierpaola che, una volta scoperto di avere un tumore al seno, aveva deciso di riavvicinarsi al marito.
Un fenomeno mondiale
Non solo l’Italia deve fare i conti con questi fatti di cronaca, nel New Hampshire, un uomo, il quarantunenne Jamie Bell, ha ucciso la compagna e la figlioletta di un mezzo e poi si è suicidato.
Vicende agghiaccianti la cui gravità è confermata dagli ultimi dati ufficiali a disposizione ossia quelli aggiornati al 28 maggio dal Dipartimento di pubblica sicurezza nel report settimanale pubblicato sul sito del Viminale: dal 1° gennaio al 28 maggio del 2023, in Italia sono stati registrati complessivamente 129 omicidi. Le vittime donne sono 45, di cui 37 sono state uccise in ambito familiare o affettivo. Quelle ammazzate per mano del partner o dell’ex partner sono invece 22.
Un contesto raccapricciante tanto quanto lo è la becera strumentalizzazione ormai sostituitasi ad una sana informazione.
Sull’omicidio di Giulia Tramontano non è mancato lo sciacallaggio da parte di una certa intellighenzia sinistra che ha puntato il dito contro la cultura patriarcale, promuovendo la famiglia con genitore 1 e genitore 2.
La morale pelosa della sinistra
Ma perché sorprendersi? Dopotutto è la stessa intellighenzia così affamata di giustizia che si eclissa magicamente quando la violenza sulle donne è commessa da omosessuali come successo negli Stati Uniti con Richard Masbruch, in seguito Sherri, che nel carcere femminile “perché donna” è stato accusato di violentare le donne con oggetti estranei ferendole gravemente.
Così come successo anche nel Regno Unito con Stephen Terence Wood, oggi Karen White, che ha aggredito sessualmente quattro detenute.
A proposito di donne incinte decedute “per mano della mentalità patriarcale” parliamo delle donne morte per via della pratica dell’utero in affitto senza che la sinistra nostrana si indigni.
Ma parliamo anche delle costanti minacce, incluse quella di morte, mosse contro donne che si sono opposte all’ideologia che promuove la famiglia coi numerini, basti pensare alla scrittrice Joanne Kathleen Rowling ed alla nuotatrice Riley Gaines.
Gli stessi che gridano istericamente alla misoginia dimenticano che è misoginia cancellare la maternità ricorrendo ad oscene forzature con raffigurazioni di “uomini incinti” come successo con “L’uomo transgender incinta” riportato dalla copertina del numero Pride di Glamour UK.
Nemes Sicari