La Lombardia nega il patrocinio al Gay Pride e Sala non perde l’occasione

La Lombardia nega il patrocinio al Gay Pride e Sala non perde l’occasioneLa Lombardia nega il patrocinio al Gay Pride e Sala non perde l’occasione

La regione Lombardia rigetta il patrocinio: la Regione Lombardia ha espresso parere contrario al patrocinio al Milano Pride.

Il no è stato rigettato da parte dell’ufficio di presidenza del consiglio regionale, composto da cinque consiglieri i quali in una nota ci tengono a ribadire che “Pur condividendo la necessità di contrastare ogni forma di discriminazione riteniamo che non ci siano le condizioni per supportare e patrocinare, come consiglio regionale della Lombardia, una manifestazione che si è dimostrata spesso divisiva, provocatoria e discriminante verso il nucleo generatore della vita umana, formato da una donna e da un uomo”.

Nel 2024 la parata del Milano Pride si terrà il 29 giugno, con partenza da piazza Repubblica e arrivo all’Arco della Pace.

Il patrocinio regionale al Pride era stato negato anche negli anni più recenti, solo nel triennio 2014 -2016, la Regione Lombardia aveva concesso il patrocinio al Pride.

Sala il servo sciocco degli interessi economici della comunità Lgbt.

Nella sua consueta diretta Instagram, avvenuta il 29 maggio scorso, il sindaco di Milano Beppe Sala, ha confermato l’appuntamento del 29 giugno da piazza Repubblica all’Arco della Pace , precisando che “come ogni anno sarò sul palco per ribadire con forza il nostro impegno la nostra vicinanza, e la mia come uomo”, e ha polemizzato con la regione Lombardia, rea secondo lui di aver perso l’occasione di concedere il patrocinio alla manifestazione, sempre secondo il primo cittadino patrocinare è un atto di sensibilità, e riconoscimento verso certe iniziative si svolgono in un ambito sociale e comunitario e che, sempre secondo lui, meritano l’interesse della comunità.

Il presunto contributo della lobby LGBT a Milano

Istrione di palazzo Marino ha poi tirato in ballo i bambini, affermando che il parlare di certi temi “non è un problema di indirizzare la cultura dei nostri bambini, ma è un dovere far loro conoscere certe tematiche”.

Per Sala, la comunità Lgbt ha dato molto a Milano, anche per continuare a mantenerla una città internazionale e all’avanguardia, prostrandosi alle logiche economiche e di mercato, “A Milano – ha detto Sala – è riconosciuto il ruolo di prima città italiana che ha accolto in maniera strutturale queste comunità, non possiamo non riconoscere che Milano ha sviluppato interi ecosistemi economico-professionali in cui queste comunità trovano legittimazione, gratificazione e visibilità. Mi riferisco alla moda e alla creatività in generale, ma non sono gli unici” e questo sempre secondo Sala va “a beneficio di tutti”.

Trascrizioni di figli di coppie omogenitoriali

Sempre durante la sua diretta Instagram, il sindaco ha fatto un’annotazione, che più che una annotazione sembrava una “marchetta” a tutto quel variopinto mondo di sessualità non atte a procreare, anche sulla trascrizione di figli di coppie omogenitoriali.

Una faccenda, sempre a detta sua, intricata e confusa e che, va in contraddizione con l’articolo 3 della Costituzione italiana, secondo cui situazioni uguali o simili non dovrebbero essere trattate in modo.

Risultato?

Anche quest’anno dovremmo assistere a questa clownesca parata, appoggiata in toto dal primo cittadino di Milano, che ricordo dovrebbe essere, superpartes, sindaco di tutti i Milanesi e non solo dei suoi “amichetti radical chic”, che, nascondo dietro una parvenza di inclusività e diritti delle minoranze dei precisi tornaconti, infatti dietro l’evento meneghino del pride, si celano interessi e sponsorizzazioni che muovo cifre da capogiro.

Chissà quando potremo vedere in città delle manifestazioni su, per esempio, l’orgoglio di essere padri e madri di famiglia, o sull’orgoglio di alzarsi tutte le mattine alle 5, prendere i mezzi perennemente in ritardo e stracolmi di persone, per raggiungere il posto lavoro, ove, magari siamo vessati sette/otto ore da un principale inetto, incompetente senza alcun merito ma lì solo perché raccomandato, per mantenere e portare avanti dignitosamente la famiglia.

Chissà se anche in questo caso il nostro “beneamato” sindaco si spenderebbe in prima persona su di un palco o dedicherebbe attenzione alla kermesse con dirette social a lui tanto congeniali.

Paolo Ornaghi

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