La forza di una madre: la storia di Cristina Jovanovic – Nell’ Italia in cui la sinistra lotta per legalizzare l’utero in affitto, in cui si parla di gravidanze della mente pur di legittimare la privazione del diritto del fanciullo ad avere un padre e una madre, in cui si lincia chi osa invitare una madre a riabbracciare il proprio figlio, c’è chi, invece, dimostra l’incredibile la forza della maternità.
Una forza capace di sfidare anche un tumore maligno.
Proprio come è successo a Cristina, una giovane donna di 22 anni, che ha partorito suo figlio nonostante quel brutto male.
“Non respiravo più, i medici mi hanno mandato in coma farmacologico e mi hanno messo uno stent tra i bronchi. Ma temevano che al risveglio avrei avuto una vita non bella”
La sua storia ha già fatto il giro del mondo.
Con il cuore e un polmone schiacciati da un tumore grande come un melone è riuscita a partorire e, qualche settimana dopo, grazie a un lungo e rischioso intervento chirurgico, ha potuto liberarsi del pericolo che incombeva sulla sua vita.
Cristina Jovanovic ha partorito un bimbo all’ospedale Le Molinette di Torino.
“Ho cominciato la mia seconda vita, o forse è la terza, ormai ho perso il conto. Ogni giorno che passa lo vivo come un regalo”, ha raccontato la ragazza al Corriere della Sera.
Le cure mediche in Piemonte
Tutto ha avuto inizio nel 2019 quando le è stato diagnosticato un sarcoma al torace, tumore maligno aggressivo. La giovane lotta contro il male, in cura all’ospedale San Luigi di Orbassano (Torino) e poi all’Istituto di Candiolo, dove è seguita dal dottor Giovanni Grignani. Chemioterapia e radioterapia vincono le metastasi, ma quel macigno nel petto rimane lì.
La rimozione chirurgica è sconsigliata per l’elevatissimo rischio di lesionare gli organi vitali.
La scelta di diventare madre
Ma il tumore non ferma il sogno della ragazza e del suo compagno: avere un figlio.
Pur consapevoli dei rischi per il cuore della donna, viene programmato un parto cesareo, al Sant’Anna, eseguito dal professor Alberto Revelli e dalla dottoressa Silvana Arduino. Parto riuscito ma pochi mesi dopo le condizioni della giovane peggiorano nuovamente: i polmoni sono sempre più compressi.
Non resta altro da fare che rimuovere la massa tumorale, anche se è come incollata alle pareti del cuore a gran parte del polmone sinistro.
“Sono passati quasi 4 anni ed è stata davvero dura, ma non ho mai pensato di mollare. Sembra pazzesco da dire con tutto quello che mi è capitato, ma alla fine ho avuto persino un pizzico di fortuna e lassù qualcuno mi ha dato una mano”, ha aggiunto Cristina.
Il tumore che le viene asportato pesa un chilo e mezzo.
Il lieto fine
Dopo 10 giorni, la giovane torna a casa e dopo un mese il cuore riprende a battere normalmente e il respiro torna regolare. “Io non ho mollato, mai e ho trovato una squadra di medici fantastici che non finirò mai di ringraziare. Io e il mio compagno volevamo un figlio e, anche se sapevamo che sarebbe stato un rischio, abbiamo deciso di correrlo. Fabio rappresenta la mia speranza e il suo sorriso è la luce in fondo al tunnel. Anche se so che non è finita e che il mio fisico è danneggiato. Ma sono felice di essere viva”.
Una vicenda che nella sua fragilità trasmette una forza disarmante.
Quella forza che solo una donna, una madre è in grado di sprigionare, sfidando la morte pur di dare la vita.
Rita Lazzaro