La fine dell’Italia – Qualche considerazione in merito alla Giornata del migrante e del rifugiato avvenuta lo scorso 24 settembre.
Il bresciano Singh
Più di un decennio fa, a Brescia il cognome Singh, di origine indiana e pakistana per la prima volta diventa il primo cognome più diffuso in città, ed i cognomi Chen, Hu e Lin sono i tre più diffusi a Prato secondo i dati dell’anagrafe al 31 dicembre 2019.
Per non parlare del cognome di origine dello Sri Lanka Fernando al il quattordicesimo posto e Warnakulasuriya il ventitreesimo a Padova (dato oramai obsoleto risalente al 2017).
L’inverno demografico italiano
Tutto questo non dipende soltanto dall’immigrazione, molto dipende anche dal fatto che gli italiani si stanno estinguendo.
Prosegue, infatti, la tendenza alla diminuzione della popolazione italiana. Ormai dal 2014 la tendenza negativa sembra inarrestabile. Su base nazionale, il calo della popolazione è frutto di una dinamica demografica sfavorevole che vede un eccesso dei decessi sulle nascite.
Facciamo pochi figli
Secondo l’Istat per il 2050 si rischia di scendere sotto la soglia dei 350mila bambini nati all’anno, e di contro invecchiamo sempre di più.
La popolazione italiana cala, mentre parallelamente aumentano gli stranieri.
Che esista una identità italiana è fuor di dubbio, lo testimoniano tre mila anni di storia che ci riguardano e che ci vedono protagonisti.
Lo ius sanguinis è un dato di fatto
La cultura che un italiano assorbe fin da piccolo, a cominciare da una lingua madre, e tutte le sue espressioni dialettali, una religione, è un enorme lascito, nelle varie epoche storiche, fatto da rovine antiche, chiese, palazzi, una cultura italiana che vive nella struttura stessa delle città e dei mille borghi, negli stili di vita e, ed anche nei piatti regionali, nelle meraviglie naturali diffuse lungo l’intero stivale, non può essere sostituita.
Non basta acquistare la cittadinanza, una volta sbarcati nel bel paese per essere un vero italiano.
Questa è una qualità che si acquista con una vita vissuta per intero in Italia e con un fattore etnologico imprescindibile: la comunanza di sangue e suolo che accomuna la storia di tutti noi italiani.
Tra un paio di decenni, complice una denatalità conclamata, non ci sarà più una etnia italiana, e la cultura, quella italiana, che ormai è agonizzante, se non morente, grazie alla miopia dei nostri governanti, verrà soppiantata e sostituita da una immigrazione senza controllo in atto oramai da diversi anni.
Paolo Ornaghi