La faccia tosta della lobby LGBT che piange per i vasi imbrattati da Militia Christi
Vittimismo a targhe alterne. L’atto vandalico che ha colpito alcuni vasi decorati con i colori dell’arcobaleno in occasione del mese del pride ha dato il là ai soliti commenti e ai vari piagnistei, con la continua convinzione che stiano tornando i tempi bui, che tanto bui non erano se paragonati al mondo di oggi.
Sicuramente i vandalismi fini a sé stessi sono sempre da condannare, uno perché solitamente a farne le spese sono gli enti pubblici o i privati cittadini, due perché si fa il gioco di chi con questi attacchi si nutre.
Ovviamente quando vengono attaccate le sezioni di Pro Vita, dei movimenti della Rete ma anche dei partiti di governo, pur con i loro difetti, certe organizzazioni tacciono, anzi, applaudono a certe iniziative come se il progressismo e l’antifascismo dovessero garantire l’immunità civile e penale per chi, in nome di certi ideali fittizi, commette reati (il caso Salis ne è l’esempio lampante).
Chi si crede vittima di odio è il primo a generalizzare e a buttare nel calderone degli “odiatori” tutti coloro che non rispettano la loro agenda.
Cristiani che vengono vilipesi non importa se essi davvero odino la comunità LGBT, tradizionalisti e patrioti continuamente sotto attacco…
L’odio è trasversale, solo che a volte viene giustificato e altre volte no.
Lorenzo Gentile
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