Il coraggio, esattamente come la bellezza, si nasconde spesso nei luoghi più impensati. Dell’Australia, lontana e silente, ricordo solo la terribile repressione in questi anni di Covid, ma Assange è australiano. Negli Usa non mi pare pullulino gli eroi, eppure è statunitense Matt Walsh.
Non so se per ispirazione divina o per fame di notorietà, certo con estrema audacia, Walsh ha avuto l’ardire di smascherare le immense falsità sulle quali poggia il genderismo e lo ha fatto cavalcando in lungo ed in largo la sua terra.
L’arma del cowboy dell’ovvietà era una domanda e, ad onor del vero, anche molto semplice:
“What’s a woman’?”(Cos’è una donna?)
Tanto è bastato, due secondi col punto interrogativo, per scoprire che il popolo dei liberi libero non è più, nemmeno di rispettare la biologia.
Spaventati o convinti dalla pervasiva ideologia gender, gli statunitensi non sapevano o non avevano l’ardire di rispondere al quesito più semplice del mondo.
E’ sorprendente veder duettare Walsh con il travestito che non sa spiegare cosa è un gatto, sconcertante ascoltare i medici che operano ragazzini di sedici anni, quasi comici gli psichiatri filo transizionisti per i quali esistono donne con il pene, uomini con la vagina…nessuno di loro vuol dire cosa una donna sia, ma tutti avallano il desiderio degli uomini che vogliono diventare donne.
Incredulo, Matt Walsh domanda a quei medici e a quei terapisti perché incoraggino la transizione uomo/donna se non sanno identificare una donna!
Verso quale nuova identità spingono i loro pazienti se non esiste, né biologicamente né psicologicamente, una identità maschile nè una femminile?
Ma la logica, si sa, non è materia di cui si occupino gli attivisti LGBTQ che, alle pacate obiezioni di Walsh, reagiscono o aggressivamente o con la fuga (!) o con la negazione dell’ovvio e dello sperimentabile: “Non c’è una realtà biologica oggettiva!”!
Gente con curricula infiniti e prestigiosi che, avessero avuto a che fare con Tommaso d’Aquino e la sua mela, l’avrebbero ingoiata di fronte a tutti per poi sostenere che le mele non esistono!
Talora però si va molto al di là della mancanza di logica o della pura stupidità. Rasenta la malattia mentale la dottoressa per la quale si può solo supporre che un gallinaceo che fa le uova sia femmina!
E’ affetto da qualche sconosciuta, ma plateale psicosi l’attivista che si mostra e si dichiara particolarmente turbato dalla parola “truth”, usata da Walsh per tentare di capire se, in merito al sesso, esista una verità oggettiva.
Nessuna nevrosi né risatine isteriche né fughe né tentativi di sviare la domanda laddove la scuola non è arrivata. Sono i cervelli dei “poco scolarizzati” ad essersi salvati!
Ecco il veloce scambio di opinioni tra Matt Walsh ed un anziano di scarse lettere:
“Perché pensa di essere un uomo?” … e il signore ironico: “Forse perché ho un c…zo?!!!”
Walsh, immagino sollevato da quella asciutta risposta, ma non appagato, vola in Africa, nelle campagne dei Masai.
Allevatori di bovini che incontrerebbero parecchie difficoltà se, invece di mungere una mucca, si mettessero a mungere un toro, questi antichi africani mostrano di saper ancora saggiamente orientarsi tra testicoli e mammelle e la differenza tra chi nasce con la muscolosa accoppiata XY e chi con quella, più gentile, contrassegnata da due X, pare loro molto evidente!
Un uomo che voglia diventare una donna “ha qualcosa che non va nella testa” insegna ai plurilaureati psichiatri statunitensi, il pastore Masai e, tra molte risate e tanta incredulità, si conclude l’intervista di Walsh che è stato costretto a volare lontano lontano per trovare un popolo che sapesse rispondere ad una domanda facile facile!