It-Alert facciamo chiarezza – IT-Alert è solo l’ultima trovata di un Sistema che non vuole limiti nel controllo totale dei suoi sudditi impauriti.
Sperimentato in alcune zone come la Toscana, dovrebbe raggiungere tutti gli italiani o almeno tutti i cellulari, entro la fine dell’anno.
Naturalmente servirà a avvertirci quando c’è un pericolo, quindi è stata ideata per il nostro bene, si suppone. Abbiamo tuttavia l’abitudine a pensare al modo in cui certi strumenti potranno essere utilizzati e alle conseguenze.
Non bastava la TV?
Ci poniamo quindi alcune semplici domande. Per allertare una intera città o regione o magari l’Italia non bastavano TV, Radio e eventualmente internet?
Evidentemente no, non erano abbastanza invasivi e persuasivi. E poi “chi” deciderà cosa è una emergenza?
Solo un terremoto o un’alluvione, eventi dei quali in genere ci rendiamo conto senza che nessuno ci mandi un allarme ufficiale? O magari anche solo un po’ di inquinamento in più quando la gente sta in coda per andare al lavoro? Oppure per tornare?
O magari semplicemente troppe persone in piazza a protestare? Quale sarà la definizione di “allarme” e chi avrà la responsabilità di gestirlo? La protezione civile? E lo farà sempre in completa autonomia rispetto a governo, militari, servizi italiani e no?
Chi controlla i controllori?
Si parla di un’area “potenzialmente a rischio”, una definizione a dir poco elastica e interpretabile. Una volta ricevuto lo sgradevole suono-sirena dovremo dare conferma di averlo ricevuto, tanto per essere più controllati del solito, e soprattutto “ci interromperà tutte le altre funzionalità in quel momento attive sul nostro cellulare”.
Pensiamoci bene. Cioè, quando il Sistema ci comunicherà che siamo in una zona a rischio dovremmo non solo rispondere “si padrone” ma anche accettare che il nostro cellulare venga virtualmente disabilitato.
Atomizzazione della società
Ognuno di noi sarà totalmente atomizzato, in preda alla paura, dipendente dalle istruzioni emanate dal Sistema in quel momento senza poter comunicare con familiari, parenti, amici. Non ci potranno essere forme di coordinamento neppure improvvisate tra di noi.
Solo una obbedienza totale da sudditi impauriti che dovranno eseguire ogni ordine come robot senza avere informazioni alternative a quelle ufficiali e men che meno potremo darle noi le informazioni se dovessimo verificare che qualcosa non coincide con le versioni ufficiali.
E non potremo darle non solo ad altri cittadini a loro volta atomizzati e isolati ma neppure ai nostri familiari e amici. Certo ci sono già le prima reazioni da parte di cittadini dotati di buon senso che raccomandano di non scaricare la applicazione, di non rispondere a questionari di sorta e anche come disattivare la applicazione nel caso la avessimo già scaricata.
Qualche complottista sostiene persino che potrebbe essere scaricata nei nostri cellulari anche a nostra insaputa e invita a controllare e eventualmente disinnescarla.
Ma resta il fatto che in un ambiente affollato, in piazza, nei locali pubblici, per strada durante una manifestazione, non potrà mancare qualche cellulare che manderà il segnale di allarme generando comunque il panico.
Non scaricare la applicazione e non rispondere può essere un buon inizio per restare liberi, ma non basta se non siamo preparati a reagire come individui differenziati rispetto alle masse impaurite e soggiogate.
Bene evitare la app, non rispondere e invitare gli altri a fare altrettanto ma ancora meglio attivare la nostra mente e forza di volontà di reagire che ci renderanno capaci di fare rete con altri simili intorno a noi in caso di allarmi. Veri o presunti
Marzio Gozzoli