Israele: più chiaro di così – Le guerre sono solitamente questioni complicatissime. La politica estera lo è ancora di più.
Raramente le ragioni ed i torti si delineano in maniera netta ed univoca ed ancor più raramente la storia di uno Stato scorre lineare e linearmente si offre ad una disamina veloce, semplice, ovvia.
Compatto il blocco occidentale
Malgrado i mass media, in ginocchio difronte ad Israele, diano per scontati diritti che Israele non ha; malgrado i nostri governi concedano ad Israele ciò che non concedono a nessun altro nel mondo; malgrado Israele abbia una forza di persuasione e di coercizione tale da intervenire pesantemente anche sulla scelta del presidente degli Stati Uniti, verità è che, per chi volesse approfondire autonomamente, la storia dello Stato di Israele è spaventosamente semplice, eccezionalmente comprensibile, facilissimamente accessibile e si sintetizza in questa banale ed incontrovertibile realtà: Israele occupa territori che considera suoi per diritto divino e storico, ma che suoi non sono.
Le cause hanno una storia antica
Con una violenza estrema, costante, spudorata, Israele ha esercitato negli anni continui atti di terrorismo contro le persone e contro i loro averi, distruggendo ciò di cui non si poteva appropriare, come un ladro nella notte.
Le colonie, ormai vere e proprie cittadelle, sono costruite in barba a tutte le convenzioni internazionali e gli avamposti di pastori ed agricoltori ebrei avanzano da settant’anni entrando nelle case dei palestinesi, occupando le loro terre, facendo fuggire chi è lì da secoli se non da millenni.
Ciò che l’occupante vuole lo fa suo ed entrare in una casa palestinese buttando fuori gli occupanti è pratica normale, accettata, consolidata.
Il giochino di Israele
E mentre espropria, uccide, occupa, vandalizza, imprigiona, ruba, Israele piange … Dichiararsi costantemente vittima, pur essendo costantemente aguzzino, come denunciano Moni Ovadia e molti ebrei di buona volontà, è un gioco grottesco e patologico assieme che i sionisti si concedono con la stessa tranquillità con la quale coloro che vivono nelle zone occupate considerano assolutamente normale la loro presenza.
Quasi tutti i morti nell’ultimo attacco sono civili, ma questi civili vivono in avanguardie di guerra ed io mi chiedo che cos’è, se non un atto di guerra, andare a risiedere in una terra strappata ad altri con la violenza.
L’ombra del false flag
Il sette ottobre Israele ha improvvisamente dimenticato questi suoi cittadini, i più attivi nell’avallare la politica del Paese e, per ovvie ragioni, i più esposti al pericolo.
Solo uno sciocco può davvero credere che i servizi segreti tra i migliori del mondo, l’esercito tra i più addestrati del mondo operante in uno dei territori più piccoli del mondo, vengano colti impreparati (malgrado gli avvertimenti!) da un attacco terroristico di così ampia portata.
Di chi sono davvero vittime i morti del sette ottobre?
Anche stavolta una risposta facile ad una situazione molto meno complessa di quel che ci vogliono fa credere.
Irma Trombetta