Intervista a Putin: le ragioni russe e la miopia UE – Il giornalismo è l’arte di ricercare e di comunicare notizie.
Da noi l’arte di occultarle è, da parecchi anni, assolutamente prioritaria.
Tanto ci si è esercitati in quest’arte che persino l’intervista a Putin, evento giornalistico dell’anno, si è riusciti a farla scomparire dai radar dei media nazionali.
Trattasi di intervista che definire storica non è eccessivo e che avrebbe permesso, se la si fosse diffusa, una comprensione maggiore dell’uomo e del politico.
E qui casca il proverbiale asino.
Le ragioni russe
La conversazione, che dura più di due ore, ha il pregio ed il difetto di mettere in imbarazzo tutto l’Occidente e la sua miserrima propaganda, in primis smantellando per intero la retorica idiota di un pazzo alla guida di Mosca.
Putin appare calmo, determinato e le sue argomentazioni di una logica inattaccabile.
Per quel che concerne l’Ucraina, chiarisce che l’inizio dei problemi è da farsi risalire almeno al 2014; successivamente ricorda che Germania, Francia e Polonia hanno disatteso il loro impegno per la promozione della pace ed indica Zelenskji come un fanatico filonazista.
La questione “nazismo” gli consente di trovare il modo di abbassare i toni con i polacchi e addirittura di flirtare con loro perché un nemico comune unisce più di una passione comune: nel tentativo di avvicinarli nel momento in cui l’amore con Kiev sembra raffreddarsi notevolmente, ai “fratelli” di Varsavia ricorda il comune sacrificio nella storia appena passata.
La logica occidentale, ovunque sia
La logica putiniana è stringente e fin troppo pericolosa per permettere la diffusione dell’intervista: se ad Ovest tutti si arrogano il diritto di far la guerra a coloro che ritengono terroristi, per quale ragione la Russia non può combattere coloro che qualifica nazisti e criminali?
E perché l’ex capo del governo inglese Johnson si è opposto agli accordi di pace di Istanbul per poi eclissarsi? Come mai la rottura di Nordstream è stata così pacificamente accolta dai Paesi UE? Forse perché dai Paesi Ue è stata provocata?
L’ipotesi appare affatto campata in aria anche al più filo atlantista degli ascoltatori soprattutto quando Putin rammenta che la soluzione che propose (apertura del gasdotto Yamal) fu seccamente rifiutata.
Possiamo davvero fare a meno della Russia?
Una politica europea che non solo non fa gli interessi dei propri cittadini, ma che li sta affamando contrapposta all’eccezionale (ed occultato) miglioramento delle finanze russe.
La Russia spiega Putin, dialoga e commercia con i vicini, l’Occidente fa la guerra.
La Russia si arricchisce con chi confina con lei o con chi con lei vuol collaborare, l’Occidente si impoverisce con la sua politica guerrafondaia. Chi ha ragione o, almeno, chi è più intelligente?!
In Italia non potevano far altro che censurare Putin che, purtroppo, per noi, ha ragione su tutti i fronti.
È lì che aspetta una telefonata da parte occidentale, dopo aver provato a fare la pace in Ucraina, dopo averci offerto un secondo gasdotto, dopo essersi detto disposto a trattare il rilascio di una spia americana detenuta a Mosca… cosa volete di più? Pensa lo zar di tutte le Russie e, dopo due ore, riesce a farlo pensare anche a chi lo ascolta.
Scacco matto!
Irma Trombetta
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