Contro il femminismo, la militanza dell’associazione Evita Peron, intervista a Desideria Raggi – Pubblichiamo volentieri una lunga intervista a Desideria Raggi, storica militante romagnola e presidente dell’associazione Evita Peron.
Parlaci un po’ di te: dove sei nata, in che famiglia sei cresciuta, che tipo di educazione hai ricevuto?
Sono nata 45 anni fa a Faenza, in provincia di Ravenna.
La mia famiglia era basata su solide radici Cristiane ed era Cattolica praticante.
Dal punto di vista politico la mia situazione famigliare era ampia e variegata e spaziava dal Centro della DC a una destra più…diciamo “moderata”.
Quando sono cresciuta, nonostante la rivalità politica con mio padre (abbastanza agli antipodi rispetto a me) ho deciso di aderire alla Destra Identitaria.
Com’è iniziata la tua militanza politica e quali figure e/o esperienze ti hanno formata dal punto di vista politico?
Sono nata in piena Romagna, dunque terra “rossa” per eccellenza, imperniata sul triangolo Ravenna-Rimini-Cesena.
La svolta arriva quando la mia famiglia si trasferì, sempre a Faenza, nei pressi del Bar più “Nero” della città, il Bar del “pericolo Fascista”.
Là uno dei due proprietari del locale, Mirco Santarelli, era un punto di riferimento non solo per me, ma per tutta la Destra Romagnola.
Era da tutti considerato un “famigerato fascistone” e proveniva dalla tradizione del vecchio MSI.
Dopo l’esperienza che lo aveva portato per un po’ nella nuova Alleanza Nazionale, decise di lasciare nel 1996 poiché, da vecchio missino, vedeva ormai deturpata la sua idea di Destra Sociale e aderì alla neonata Forza Nuova di Roberto Fiore.
Quando mi trasferii perciò iniziai a frequentare il suo bar e, ascoltando e discutendo appassionatamente di storia e di politica, presi la decisione di unirmi alla militanza.
Fu subito militanza “bella quadrata” ed entusiastica anche se all’inizio dovetti fare un po’ di gavetta.
Ma poi dai piccoli volantinaggi e attacchinaggi passai ad una militanza sempre più attiva e partecipe che mi ha portato anche diverse soddisfazioni.
Tra l’altro fu proprio Mirco Santarelli a darmi l’idea per la creazione, all’interno del movimento di una “falange” femminile che si occupasse con la giusta attenzione di tutte le tematiche sociali più femminili: maternità, aborto, utero in affitto…
Ci spieghi cos’è l’associazione “Evita Peròn”, quali sono i suoi ideali, quali sono le battaglie che essa combatte?
L’Associazione nacque nel 2006 a livello prettamente locale, agendo inizialmente nella sola provincia di Ravenna, poi si allargò prima a livello regionale e poi a livello nazionale.
Essa nacque soprattutto per dare un’alternativa femminile che si contrapponesse al Movimento Femminista, un movimento che, a nostro modo di vedere, deturpa e impoverisce l’identità femminile.
Volevamo quindi aprire una strada verso il mondo Identitario a tante ragazze con i nostri valori.
Poi, il nostro nome nasce dal nostro desiderio di dare lustro a quella che per noi è stata forse la più grande donna del ‘900.
Non solo perché riuscì a compiere mirabili imprese sociali per il suo popolo, ma anche perché, in autentico spirito femminile, si è sempre affiancata al suo uomo in perfetta complementarità senza eccedere né in timidezza né in desiderio di prevaricazione.
I valori che hanno segnato l’esistenza di Evita ovvero l’amore Patrio, l’impegno comunitario, la valorizzazione della Femminilità e della Maternità sono gli stessi che ci proponiamo di portare avanti noi.
Qualcuno vi ha definite “femministe di destra”: concordate con questa, seppur sommaria definizione, o vi identificate proprio in qualcosa di profondamente diverso?
No no per carità! Ci discostiamo completamente!
L’aggettivo “femminista” è un aggettivo che non ci potrà mai appartenere perché l’ideologia Femminista, fin da quando è nata, ha sempre cavalcato l’ideale della prevaricazione totale sull’uomo, ha sempre cavalcato l’idea di una donna che per diventare forte deve mascolinizzarsi e sostituirsi alla figura maschile dopo aver abbattuto quest’ultima.
Noi invece puntiamo a difendere e a valorizzare l’idea autentica e tradizionale della Femminilità.
Con questo non significa, come pensano i nostri accusatori, che sogniamo una donna nuovamente reclusa in casa ridotta a esclusiva guardia della prole e del focolare.
Noi ci battiamo per una visione di Donna che si complementare all’uomo, né subalterna né prevaricatrice.
Noi siamo per la vera Libertà femminile nel gestire la propria vita, sia nello scegliere di fare carriera, sia nella scelta onoratissima di dedicarsi alla casa e alla famiglia.
Pensiamo che le due cose non siano in contrasto tra di loro e che avere una vocazione famigliare non equivalga alla reclusione.
Ed è anche per questo che noi rigettiamo le visioni “fluide” del mondo: perché per noi le identità maschili e femminili sono basi solide e complementari per la costruzione della famiglia naturale e della Società.
Se dovessi dare una definizione per il nostro movimento ci chiamerei “militanti femminili”, parlerei di “femminilità militante”.
Ma ripeto: con il Femminismo non c’entriamo nulla.
Su argomenti come aborto, matrimonio e misoginia pensi che ogni tanto le donne reagiscano in modo violento e irrazionale perché condizionate dallo spauracchio del “ritorno dei tempi bui del patriarcato”?
Guarda, io non vedo alcun rischio reale di questo.
Vedo più che altro una grande imbastitura di Fake News e di Indottrinamenti che vengono somministrati dalla cultura dominante e che vengono purtroppo accettati passivamente dall’opinione pubblica, dal popolo.
Guardiamo ad esempio alla questione dell’Aborto, dove ogni qual volta si prova a portare avanti delle istanze Pro-Vita, si assiste al Mondo Femminista che sventola la famosa 194 e lo slogan “Il corpo è mio e lo gestisco io”.
Slogan ingannevole perché l’aborto non è un’azione che tu decidi sul tuo corpo, ma un gesto di forza e di prevaricazione che tu operi su un altro essere vivente che non può difendersi, decidendo di negargli la vita.
Un gesto di una violenza straordinaria che mi ricorda un po’ il pollice verso degli Imperatori Romani.
Oppure guardiamo alla retorica vergognosa con cui si è cavalcato il problema dei Femminicidi…termine già stupido se ci pensi: l’uccisione di un essere umano è un omicidio, una donna uccisa è un caso di omicidio, questa specificazione è sciocca.
Ad ogni modo nella retorica delle ultime vicende come quella di Giulia Cecchettin gli uomini sono rappresentati tutti come Padroni oppressori, Maschilisti prevaricatori e anche Assassini.
Quasi come se tutti gli uomini avessero dentro un killer dormiente, pronto ad uscire alla prima occasione.
E in ogni caso, se esiste questa ferocia e questa brutalità, essa è anche frutto di una certa cultura perversa e consumistica di derivazione Femminista che ha messo la donna in vetrina quasi alla stregua di un oggetto, di un bell’articolo “usa e getta” da consumare.
Il problema è la cultura materialistica e narcisistica di questa società che ha corrotto valori sani, ha imposto visioni orrende e che pretende di imporre dei capricci come se fossero diritti, vedi l’utero in affitto con tanto di coppie Gay che possono scegliersi i bambini con le caratteristiche desiderate da un catalogo!
Come un Amazon degli umani!
Vi è un totale e profondissimo snaturamento dei valori tradizionali sui quali la nostra società si è sempre fondata e costruita e che ha portato a questa deriva che sembra aver pervaso tutto.
E il potere di queste ideologie snaturanti ha raggiunto l’apice quando hanno portato molti uomini innocenti a domandare scusa per i femminicidi.
Quando un uomo si sottomette a un sistema che lo obbliga a scusarsi per qualcosa che non ha commesso… Si rischia di toccare un punto di non ritorno.
come risponderesti a chi etichetta le donne con i tuoi ideali come “traditrici” e “serve del patriarcato”? alla famosa accusa “sei donna ma non femminista”?
Rispondo con il sorriso. E reputo un complimento essere indicata come traditrice di un’ideologia falsa e costruita “ad hoc”.
Io e le altre militanti siamo libere nel nostro modo di agire e pensare, le nostre idee non ci sono mai state imposte né da piccole tantomeno da grandi e anzi, vediamo le nostre antagoniste essere molto più rigidamente indottrinate.
E le vediamo soprattutto capire ben poco del nostro pensiero… Anche perché, essendo appunto rigide nella loro ideologia, non sanno sostenere un discorso.
ho sentito dire spesso da molte donne di diversa appartenenza politica e di diversa provenienza culturale che “il femminismo era un meraviglioso ideale che si è corrotto con il passare del tempo”. Sei d’accordo con questa affermazione?
Se parliamo del periodo iniziale del Movimento Femminista che si è impegnato per la partecipazione attiva e reale della donna nella vita politica e sociale, chiaramente si parla di ben altro Femminismo e non c’è che da elogiare.
Anche se, a ben vedere, i “germi” di quel sentimento di prevaricazione Femminista che vediamo oggi si potevano già notare.
Purtroppo, quell’ideologia non ci ha messo molto a virare verso la peggiore direzione possibile.
E l’ultimo stadio di questa deviazione si manifesta nel Femminismo odierno: un movimento di rumore e apparenza, di grida e di slogan, corte e flashmob.
Ma poi, sotto tutto questo, vi è in realtà tantissima ipocrisia e incoerenza.
Basta a vedere la differenza che si usa nel trattare un caso di violenza a seconda che essa sia commessa da un Europeo o da un Extra Europeo.
Nel primo caso esplode la retorica dell’uomo “bestia” e dell'”oppressione patriarcale”, nel secondo…non solo non ci si scaglia contro il carnefice, ma addirittura si colpevolizza la vittima.
Prendiamo il caso atroce di Pamela Mastropietro: di fronte alle barbare violenze a cui è stata sottoposta nel suo assassinio, ho sentito diverse femministe che sono arrivate a dire: “Eh ma si drogava!”
Ma come si può, da donna a donna, da figure istituzionali del Movimento, dire cose del genere?
Ma allora il vostro difendere le donne si attiva solo se il carnefice è bianco? Meglio se con la divisa, vedi tutte le calunnie sugli Alpini?
E potrei spendere ore a parlare del caso Samman e di come le Femministe di tutto il Paese l’abbiano fatto passare in quasi totale silenzio.
È sacrosanto lottare per la difesa della donna e dei suoi diritti… Ma questo deve valere per tutte le donne, indipendentemente da chi sia il suo aggressore.
Quanto è pericolosa per te l’ingerenza sempre maggiore del transgenderismo in spazi esclusivamente femminili quali competizioni sportive, bagni e spogliatoi? Quali sono gli elementi dell’identità femminile che andrebbero più radicalmente difesi?
Vi è un chiaro disegno volto a decostruire la figura della Donna e a sostituirla con le figure indefinite e prive di identità chiara del Transgender e del Gender Fluid.
È questo disegno avanza con la loro missione nell’abbattere le verità scientifiche e nell’indottrinare i bambini fin da piccoli con l’ideologia della Fluidità di genere.
Loro desiderano strappare le persone da tutti loro precisi riferimenti identitari (anche di genere) per impiantare in esse una tendenza camaleontica, cangiante a seconda di dove ti trovi e come ti senti.
E gli effetti di questo martellamento ideologico senza precedenti e rivolto ai giovani e giovanissimi, sono quelli di spingere sempre più ragazzini confusi e sempre più genitori spaventati a gettarsi nella strada degli ormoni e delle transizioni.
Sono infatti dei business enormi queste procedure.
E questo sistema non si cura minimamente di cosa accade se un ragazzo si rende conto che in realtà quella non era la sua strada.
Non credo sia un disegno quindi volto a “invadere” il Mondo Femminile, ma proprio a decostruirlo, a dissolverlo fino a creare un’unica grande realtà indefinita e fluida, molto controllabile e ben poco umana.
qual è quindi l’obiettivo che vi prefissate e la società che volete costruire?
E che ruolo giocano gli uomini nei vostri sogni e nelle vostre lotte?
Noi vogliamo sostanzialmente restituire tutti i valori smantellati recentemente dal nostro sistema sociale e le autentiche identità maschili e femminili, che sono poi basate anche nella natura.
Riportare al centro l’istituzione della famiglia naturale composta da madre e padre, ravvivare la naturale spinta sociale verso la Natalità (e quindi verso il Futuro).
Sarebbe ideale costruire uno Stato che sia il primo sostenitore di questi valori e di queste istanze.
Ringraziamo il canale https://t.me/megafonocattolico per l’intervista.