Indipendenza!

Indipendenza!Indipendenza, uno schieramento politico che vuole e deve ritornare a contare – Doveva accadere ed è accaduto.

Un evento che in effetti si attendeva da tempo e pareva quasi ineluttabile. Stiamo parlando della nascita del nuovo movimento politico Indipendenza fondato a Roma nei giorni scorsi da Gianni Alemanno, Simone Di Stefano, Massimo Arlechino ed altri.

Lo spazio vuoto

Lo spostamento al centro di Fratelli d’Italia aveva lasciato vuoto uno spazio politico che fatalmente era destinato ad essere riempito. A pensarci, o meglio a riuscirci, è stato Alemanno che con il comitato Fermare la guerra, da lui fondato dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina, ha posto di fatto le basi di una formazione che appare destinata ad incidere sulla scena politica italiana.

In effetti, dopo la creazione di Alleanza Nazionale a Fiuggi, e dopo la frantumazione della Fiamma Tricolore di Rauti all’indomani delle elezioni europee del 1999, erano stati in molti a provare a riunificare sotto le insegne nazionalpopolari tutti i vari gruppi e gruppetti che erano proliferati in ogni angolo della penisola, non ultimo il Collegio Unità per la Costituente che aveva visto gli sforzi del sottoscritto e del compianto Rutilio Sermonti cui si deve l’elaborazione del pregevole documento politico Il Manifesto per il Terzo Millennio che vide la collaborazione, tra gli altri, di Giacinto Auriti, Filippo Giannini e degli avvocati Carlo Morganti e Marcantonio Bezicheri.

Il momento è buono

Tentativi andati falliti a causa del nefasto individualismo dilagato nell’area della impropriamente definita “destra radicale”. Ma anche forse dovuti al fatto che i tempi non erano ancora maturi.

Adesso infatti è stata certamente forte la delusione in parecchi che pure avevano sperato in un cambiamento di fronte alla politica governativa contrassegnata da una adesione incondizionata all’atlantismo e al sionismo e da una genuflessione perenne ai diktat economici e finanziari imposti da Bruxelles.

Il contesto europeo

Diktat che con il rialzo dei tassi di interesse che hanno fatto schizzare i costi dei mutui delle case prima e adesso con la fine del mercato tutelato nel settore energetico, sta mettendo sul lastrico migliaia di famiglie italiane.

In Italia la povertà si sta diffondendo a macchia d’olio e non solo tra i ceti più bassi della popolazione. Sono sempre più numerosi, infatti, i cittadini che si domandano perché mai l’Italia debba rimanere nella gabbia dell’Unione Europea.

Il governo Meloni ha dilapidato denaro pubblico con il sostegno a Zelensky e all’Ucraina, ha glissato sulla tassazione dei profitti bancari, continua a vivere di prestiti dalla BCE e appare incapace di avviare una politica di ripresa economica realmente autonoma.

La convergenza con Rizzo

Ecco, dunque, i tempi maturi per la nascita di una nuova e vera forza di opposizione, visto anche il disorientamento di una sinistra che invece di agire sul piano sociale, si batte per i diritti dei gay, per la introduzione della “cultura” gender nelle scuole e la tolleranza per veri e propri obbrobri come la pratica dell’’utero in affitto, una sinistra radical chic e “fighetta” come l’ha volta definire Marco Rizzo nel suo intervento al Convegno di Indipendenza.

La nascita di Indipendenza ha visto dunque la partecipazione di intellettuali e militanti di varia e diversa provenienza.

Nella sala erano presenti personaggi storici della comunità nazionalpopolare ed esponenti di vari gruppi incuriositi verso il nuovo “progetto” che vuole porsi oltre la destra e la sinistra rigettando schemi e contrapposizioni obsolete.

Una platea variegata

In sala c’erano vecchi esponenti del Movimento Politico Ordine Nuovo degli anni ’70 e anche di Lotta di popolo, della Fiamma Tricolore e della Rete dei Patrioti.

Non è un caso che la nuova formazione si chiami semplicemente Indipendenza e non Indipendenza Nazionale. Da un lato si è voluta evitare un’assonanza con alleanza nazionale ma dall’altro si è voluto soprattutto evitare di assumere una connotazione precisa e tale da impedire l’eventuale afflusso di energie finora estranee alla cosiddetta area.

È tempo di Indipendenza!

Indipendenza, già nella sua dizione, è un programma completo e vuole lasciare le porte aperte all’ingresso di chiunque voglia contribuire alla battaglia per restituire all’Italia la sua autonomia, politica, economica e militare.

Non a caso nel Convegno si è parlato del nuovo mondo multipolare che sta nascendo e della crescente importanza del BRICS che mira, tra l’altro, a ridimensionare il valore del dollaro come moneta di scambio nel mercato internazionale. Così pure parole toccanti sono state espresse a favore del popolo e della causa palestinese.

Grosse aspettative

Come in ogni fatto nuovo, in ogni nuova situazione, all’esterno non è mancato un certo scetticismo, diremmo fisiologico, e sono state mosse anche critiche. Queste, ad onor del vero, sono apparse sin da subito per lo più infondate e scarsamente motivate, dato che sono state espresse in maniera preconcetta da chi al convegno non ha partecipato, non ha ascoltato cosa in realtà è stato detto ma è rimasto legato a pregiudizi personali e a tematiche legate ad un passato sempre più lontano.

I dubbi, va detto, sono legittimi, ma crediamo che non si possa giudicare senza essere bene informati.

Resta il fatto che la nascita di Indipendenza annuncia tempi nuovi e può, in una situazione che finora era stata di assoluta inerzia e cronico stallo, rimescolare le carte e dare finalmente voce ad una parte politica consistente che vuole ritornare a contare e che ha tutti i numeri per poterlo fare.

Nicola Cospito

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