In viaggio con il Cardinale Zuppi: reportage dalla Terra Santa pt.1

In viaggio con il Cardinale Zuppi: reportage dalla Terra Santa pt.1
In viaggio con il Cardinale Zuppi: reportage dalla Terra Santa pt.1

Siamo felici di condividere con i nostri lettori un reportage sul viaggio che un nostro redattore, Riccardo Giovannetti, sta conducendo insieme alla diocesi di Bologna capitanata dal Cardinale Zuppi. La meta è la Terrasanta e nei prossimi giorni pubblicheremo storie, impressioni e cronaca di quello che sta succedendo in Medio Oriente.

È curioso come si prendano delle scelte senza pensare, da sprovveduti, nessuna logica che ci induca a ponderare per un momento quanto stiamo per decidere.

Ed è ancora più strabiliante se, invece, pensiamo a quella volta quando prendere una decisione sembrava essere uno dei rebus più complicati della nostra vita, di fronte al dilemma di quale camicia acquistare: quella a righe sottili e verticali, azzurine e bianche, oppure quella monocromatica?

Questioni esistenziali che ti pongono davanti a un bivio esistenziale, una matassa complicata, difficile da sbrogliare. E mentre la fronte si inumidisce sempre di più, la sudorazione si fa prepotente e la temperatura corporea cresce, tu non hai nessuna fonte di luce che possa illuminarti e dissipare le nubi dell’indecisione.

Eppure, quelle camicie sono lì, davanti a te, e devi scegliere, o l’una o l’altra, o nessuna o entrambe, ma così pensi che è troppo facile, non si possono comprare entrambe, scegliere implica escludere e tu vorresti scartare, e non perché una camicia è meno attraente dell’altra, ma per la logica che scegliendo soltanto una delle due potrai forse imparare a decidere che cosa vuoi veramente.

Una scelta d’istinto

Ebbene, per ritrovarmi all’aeroporto di Venezia in questo momento in cui scrivo ho fatto una scelta non calcolata, una scelta al di fuori del perimetro della ragione.

Sono seduto di fronte alle prime luci dell’alba, le distese di specchi d’acqua tappezzano a macchia di leopardo l’immenso continente grigio asfalto dove camminano, a passo d’uomo, i giganti di ferro dalle ali affilate, maestosi ma umili, privi della superbia degli dei che abitano il cielo.

Una fetta di laguna si presta alla mia sinistra e un minuscolo campanile si erge all’orizzonte, la sua sagoma dovrebbe essere Torcello, dov’è conservata una delle più antiche raffigurazioni del Giudizio Universale.

Il Giudizio, che parola pesante, grave, difficile da accettare, a chi piace essere giudicato? A nessuno, forse a pochi.

Noi vogliamo agire, sì, senza essere giudicati, liberi di scegliere, certo, all’interno di quel perimetro che è la razionalità umana, oltre i cui confini rischiamo di calpestare un terreno ancora più insidioso, ma sicuramente più affascinante.

Sì, il fascino di guardare il recinto che contiene e conserva la razionalità, il discernimento, la ponderatezza, starne al di là dei paletti confinari, e sentirsi nudi, totalmente spogli di certezza, eppur sublimati dall’idea di agire finalmente fuori da quella zona confortevole che fino a quel momento era stata un porto sicuro, ma ugualmente asfissiante.

Uscire dal recinto

E quando l’aria inizia a mancare è fisiologico muovere i piedi e andare in cerca di nuove direzioni, anche a costo di uscire dal recinto. Basta, l’esigenza è battere nuove strade, e la mia strada, in questo preciso istante, anzi, la mia rotta è diretta verso il Medio Oriente, finalmente, e la destinazione è la Terra Santa, Gerusalemme, mete millenarie, dove l’umano ha cercato la Risposta dell’ignoto nell’ignoto.

Sono consapevole che non si tratta di una scelta innocua, è una scelta determinante, coraggiosa, i torbidi della storia contemporanea che turbano quella terra li conosciamo, una guerra è in corso, ed è quella terra la causa del conflitto.

Il sentimento misto al fascino che quella culla di religioni monoteistiche suscitano è una pressione che cresce sempre di più, a mano a mano che si avvicina l’istante in cui metteremo piede a terra.

Ci siamo, il pellegrinaggio della diocesi di Bologna al seguito dell’arcivescovo Matteo Zuppi sta rullando sopra la pista d’atterraggio, le nubi violacee di tempesta giorgionesca ci fissano, tra pochi minuti questa freccia di ferro le fenderà: speriamo ci accolgano.

Noi siamo pronti, le comunità cristiane e il patriarcato latino di Gerusalemme ci attendono.

Riccardo Giovannetti

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