Il virus liberale e progressista che infetta l’Europa – Il vero male del terzo millennio è il liberalismo, con il suo nefasto portato ideologico che inquina la società sotto tutti gli aspetti.
L’Occidente, vittima del modello anglo-americano, sta annaspando duramente, perdendo la leadership mondiale, un tempo incontestata.
Tale inesorabile declino è sotto l’occhio di molti, studiosi e politici, benché pochi abbiano il coraggio di frapporsi e di provare ad invertire la rotta.
Non fanno eccezione i politicanti nostrani, troppo sottomessi all’interesse del padrone a stelle e strisce per poter immaginare di alzare la testa.
L’anomalia europea
In Europa, invece, c’è ancora qualcuno che – fortunatamente – si è avveduto della forte crisi internazionale e sta provando ad arrestare il disastro annunciato.
Victor Orban, il Presidente ungherese, più di altri si erge a difesa del tradizionalismo e dell’identità del proprio Paese, in un mondo globalizzato all’ennesima potenza.
Il virus liberale
Parole dure le sue, a condannare “il virus liberale e progressista“, che ha infettato l’Occidente e lo sta portando nel baratro.
Un atto di grande coraggio, che lancia un’ancora di speranza per i patrioti europei.
Orban ha fatto capire chiaramente che l’unico modo per salvare l’Europa è il recupero delle tradizioni nazionali ed il rafforzamento dei singoli stati, contrastando l’ideologia gender, il capitalismo selvaggio e l’immigrazione clandestina.
La speranza è ancora Trump
Dal Presidente ungherese è giunto l’auspicio che Trump – sconfitti Biden ed i democratici – torni ad essere il Presidente USA, un sicuro passo avanti verso la pace globale.
Seguendo l’esempio ungherese, tutti i patrioti europei devono ergersi contro il mondialismo ed il liberalismo, creando un argine alla deriva capitalista, altrimenti, citando Orban, l’Occidente sarà presto condannato all’estinzione.
Giustino D’Uva