Il solstizio d’estate

Il solstizio d’estateIl solstizio d’estate – Il solstizio d’estate è il giorno in cui il sole raggiunge il punto di declinazione massima lungo l’ellittica, cioè il percorso apparente che la stella compie all’interno della sfera celeste.

Più semplicemente, il 21 giugno il sole raggiunge il punto di altezza massima nel cielo, dando così origine alla giornata più lunga dell’anno.

La parola “solstizio” deriva dal latino “solstitium”, termine formato da “sol” (“sole”) e dal verbo “sistere” (“fermarsi”), e sta ad indicare il fatto che il sole, in questa giornata, si ferma e raggiunge la sua altezza massima rispetto all’equatore.

Un fenomeno celeste contemplato dagli antichi

Durante l’antichità pagana il solstizio era ritenuto da molte civiltà un momento di connessione con l’elemento divino. I fenomeni naturali erano interpretati come segni sensibili di significati superiori. I Solstizi rivestivano il compito di portare l’uomo da uno stato all’altro, non a caso i nostri antenati li ritenevano come altrettante porte, quello d’estate come «la porta degli uomini» mentre quello d’inverno come «la porta dell’Immortalità» o anche come «la via degli immortali».

Nell’antica Roma i due Solstizi erano infatti consacrati a Giano bifronte, il dio guardiano delle soglie e dei passaggi.

Pertanto, i momenti solstiziali erano collegati a simbologie connesse alla Luce ed al Sole che risorge invincibile dagli abissi, richiamando così la visione della rinascita luminosa della vera vita dalla caduta nelle tenebre, del chiudersi di una fase e dell’inizio di un nuovo ciclo, il mistero della rigenerazione dopo la caduta.

Solstizio fisica e metafisica

Partendo dalla Tradizione, comprendiamo, perciò, come nel momento del Solstizio siano contemporaneamente presenti sia un ordinamento di natura fisica che un ordinamento di natura metafisica.

Il Solstizio d’estate, associato a Litha (dea sassone del grano), con il giorno più lungo e la notte più breve, era il momento per onorare il dio Sole.

Il Sole trionfa, la sua immensa luce vince le tenebre e avviene il matrimonio fra cielo e terra, in cui la Dea (Terra) riceve il calore del Dio (Sole) che la penetra per farla rinascere a nuova vita e con un nuovo raccolto che maturerà nel corso dei mesi successivi.

Queste energie, esaltate dalla potenza del Sole alla sua massima forza, erano note alle antiche culture pagane e le strutture di dolmen, menhir, come il famoso monumento megalitico Stonehenge (che letteralmente significa “pietra sospesa”) ne avrebbero avuto un potere evocativo, sebbene il loro reale significato sia ancora un mistero.

Anche l’Acqua gioca un ruolo importante in queste celebrazioni ed è la rugiada ad essere protagonista. Questa acqua di rugiada era sacra alle divinità lunari come Diana.

San Giovanni Battista

Al solstizio d’estate si collega la festa cristiana di San Giovanni Battista, celebrata il 24 giugno, tradizionalmente indicato come giorno della sua nascita, avvenuta esattamente sei mesi prima di Gesù e celebrata già dai primi cristiani. Il Battista è l’unico santo che viene ricordato nella ricorrenza della sua nascita, il 24 giugno appunto, quando il sole, che si è “fermato per tre giorni”, inizia gradualmente a scendere fino all’altezza più bassa nel solstizio d’inverno.

Per tre giorni, quindi, intorno ai punti solstiziali si sperimenta la potenza del punto di arresto e del cambiamento di direzione.

Ma perché il “Solstizio d’ Estate” è legato alla figura di S. Giovanni? La risposta sembra trovarsi nella frase detta da Giovanni stesso, una volta battezzato Gesù: “Ora la mia gioia è completa. Egli deve crescere e io invece diminuire”. (Gv. 3,29-30)

Egli (Gesù) deve crescere, come cresce il Sole (rispetto al buio) dal Solstizio di Inverno in poi. Io (Giovanni) devo invece diminuire, come diminuisce il Sole dal Solstizio di Estate in poi. Giovanni Battista, il santo forse più raffigurato nell’arte di tutti i secoli, viene anche rappresentato nell’iconografia più antica, in unione con rami e tronchi d’albero spezzati e rigermoglianti, come allegoria di una vita che periodicamente si rinnova.

Il rito dei falò

Durante la notte di San Giovanni, sia in Italia che in molte regioni europee, è diffuso l’atto propiziatorio dell’accensione dei falò nei campi. Giovanni è il Santo che battezzava con l’acqua e, così come nelle antiche tradizioni, proprio nella sua notte l’acqua (conosciuta come guazza in riferimento alla festa di San Giovanni) si sposa con il fuoco, la Luna con il Sole, la Terra si unisce al Cielo.

Ecco perché non mancano l’acqua ed il fuoco nelle celebrazioni che in tutta Europa, dalla Svezia all’Italia, dalla Spagna alla Grecia si svolgono per il Santo fin dall’ antichità.

Facciamo sì che questi giorni di luce siano occasione di risveglio delle nostre coscienze di individui e di popoli affinché sappiamo volgere in alto lo sguardo e le nostre anime incontrino il Sole che non tramonta.

Antonio Gatti