Il social freezing di Bianca Balti tra egoismo ed eugenetica – Le ho detto: Quando avrai 21 anni ti regalo il social freezing così almeno non ci pensi più, ti fai la tua vita e se dovessi avere una gravidanza, li hai già lì (gli ovociti, ndr).
Sono state queste le parole pronunciate da Bianca Balti durante una diretta Instagram con la dottoressa Marina Bellavia.
Parole che la trentanovenne ha rivolto alla figlia.
Sarebbe fantastico se fosse gratuito per tutte ha poi affermato la modella.
Social freezing
Affermazioni che hanno scatenato la reazione del web – come già era successo due anni fa, quando la modella aveva parlato per la prima volta del social freezing – tanto che i commenti più forti sono stati limitati e nascosti dall’algoritmo di Instagram.
Ma andiamo per ordine partendo dal significato del tema in questione: il social freezing.
In cosa consiste? E perché la modella è rammaricata dal fatto che non sia accessibile a tutte?
Il social freezing consiste nella crioconservazione degli ovociti a scopo precauzionale, in modo tale che le donne possano così preservare, in modo programmato, la propria capacità riproduttiva.
Così facendo, infatti, possono estendere la finestra temporale in cui è possibile avere una gravidanza che, per vari motivi, da quelli professionali a quelli personali o semplicemente per l’assenza di un partner, non è ancora realizzabile.
Con il social freezing gli ovociti vengono prelevati dopo il ricorso a cicli di stimolazione ovarica, per essere poi conservati a temperature molto basse, ovvero crioconservati in azoto liquido in apposite biobanche, mantenendoli inalterati nel tempo, per anni o decenni.
Tramite la fecondazione in vitro, questi ovociti possono essere inseminati con un gamete maschile, – fresco o crioconservato, da partner o donatore – per ottenere un embrione da impiantare nell’utero materno.
Da questo iter si può ben comprendere perché la donna, ricorrendo al social freezing, può concepire un proprio figlio biologico anche dopo essere diventata ipofertile o infertile.
La storia della top model Bianca Balti
Motivazioni che calzano perfettamente con la posizione di Bianca Balti, la quale, due anni fa, aveva infatti sostenuto: non ho bisogno di un compagno per avere figli. Ho congelato gli ovociti.
Una posizione nata in seguito a un periodo di sofferenza vissuto dalla top model italiana, da tempo residente a Los Angeles.
La trentanovenne, attraverso Instagram, aveva raccontato la sua rinascita dopo una tormentata storia d’amore durata tre anni e che l’aveva portata in un vero e proprio baratro.
Pensavo di essere sbagliata -aveva dichiarato la modella sul suo canale social – forse addirittura malata e volevo farmi aggiustare. Volevo guarire per diventare finalmente la donna che lui avrebbe voluto come madre dei suoi figli. Ma per quanto mi sforzassi, non ce la facevo: sembrava fossi uscita dalla fabbrica con un pezzo mancante.
Una storia fatta di accuse, vessazioni, ricatti.
Aspetti questi, che avevano dato vita a una vera e propria relazione tossica, come l’ha definita più volte la stessa modella e della quale parla da oltre un anno nella sua rubrica social A letto con Bianca.
Piangevo, sbattevo la testa contro il muro e mi disperavo ha confessato la trentanovenne, svelando il suo desiderio di avere un figlio con quell’uomo, che invece la riteneva inadeguata e le diceva: Se ti comporti così un figlio con te non lo faccio.
Quel figlio che non c’è mai stato, dal momento che Bianca Balti aveva trovato la forza di porre fine alla relazione.
Ma il desiderio di maternità non è svanito ed è proprio da questo che la modella è ripartita: l’indipendenza di cui avevo bisogno era quella riproduttiva. Un anno fa (marzo 2021, ndr) ho optato per congelare gli ovociti. È stata dura e non solo fisicamente. Benché fosse la prima cosa che facessi per me stessa da molto tempo, era duro non poterla condividere con un compagno.
È così che la top model ha deciso di sottoporsi al Social Freezing.
Non riuscivo più a entrare nei vestiti, complice la ritenzione idrica post trattamento. Mi sentivo brutta, stupida e triste.
Ma, a quanto pare, solo vivendo quell’esperienza la Balti è riuscita a voltare pagina.
Questo percorso ha rappresentato, per me, svincolare il mio sogno di maternità da un uomo e da una relazione. È stata la cosa più coraggiosa che abbia mai avuto il coraggio di fare per me stessa. Se non troverò il partner giusto lo farò da sola ha confidato la Balti ai suoi follower, durante una live con la dottoressa che l’ha seguita nel suo percorso di conservazione degli ovociti.
L’egoismo di fondo
La trentanovenne, anche se madre di due bambine, Mia e Matilde, sogna di avere un altro figlio.
Un figlio, già, che poi abbia un padre o meno o si ritroverà con una madre che potrebbe essere sua nonna e sorelle che, sempre per l’età, potrebbero ricoprire il ruolo di sua madre, poco importa.
L’importante è realizzare il sogno di maternità
Poi, che spesso e volentieri si confonda un nobile desiderio con un egoismo intriso di un’ideologia, ormai degenerata, è solo un dettaglio politicamente scorretto.
E questa sarebbe una società patriarcale?
Per quanto riguarda il modo in cui si affronta o si soffoca una gravidanza si direbbe che il matriarcato sia il sogno femminista diventato realtà, anche se amara.
Nemes Sicari
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