Il PD della Schlein contro l’italiano – Il PD a trazione Schlein presenta subito il conto in tema ideologico.
Gender e immigrazionismo, infatti, sono i punti cardine nel nuovo programma dem.
Il nuovo segretario – o meglio, la nuova segretaria – ha dato una svolta chiara sin dalle nuove nomine nella segreteria nazionale. A capo del dipartimento partecipazione è stata messa Marwa Mahmoud, di origini egiziane.
E tanto basti a far capire l’andamento del nuovo corso.
Le prime dichiarazioni della Mahmoud
Ebbene, appena nominata, la Mahmoud ha subito affrontato di petto la questione immigrati clandestini, arrivando a sostenere addirittura che la parola irregolare rivolta a chi non ha titolo per stare in Italia sarebbe razzista e discriminatoria.
Tutto ciò sulla base dell’assunto – per dirla con le parole della dirigente del PD – che “gli uomini non sono alimenti scaduti”.
Ciò, a suo dire, basterebbe per escludere dal lessico anche la parola irregolare, dopo che il politicamente corretto aveva già ampiamente esposto dal linguaggio pubblico il termine clandestino.
La battaglia contro le parole
Insomma, si preannuncia una nuova stretta lessicale, tutta dettata dall’oscurantismo del politicamente corretto, che menomerà ulteriormente la lingua italiana.
Una strategia di bassa lega, che prospetta, con la Schlein a capo del PD, tempi sempre più bui.
Gli immigrati, che sono tanto cari ai post-comunisti perché alimentano a dismisura un business miliardario, a questo punto saranno intoccabili, persino verbalmente.
Tutto questo scempio è ridicolo, oltre che inaccettabile. Nel nome del politicamente corretto si sta violentano la lingua italiana e, ancor prima, la cultura e la società nazionali, sin dalle fondamenta.
Le nuove battaglie PD
Il grimaldello di tale attentato alla nostra identità, ovviamente, è la sinistra, che vuole a tutti I costi imporre un globalismo di malaffare e degrado sociale.
Ora più che mai serve un sussulto d’orgoglio in senso identitario e patriottico.
Non si può lasciare campo libero a questa sinistra, cui peraltro la destra istituzionale si è pienamente prostrata, pena l’impossibilità mantenere finte posizioni di potere.
Giustino D’Uva