Il Premier Meloni (non me ne voglia la Boldrini per l’articolo maschile) sta governando l’Italia da due anni e, lo dice uno a cui la Meloni non sta particolarmente simpatica, ha dimostrato di sapersi destreggiare con prudenza e saggezza, e direi anche con acume simil-andreottiano, in uno scenario geopolitico nazionale e internazionale tempestoso e, a questo punto, in assenza di altre possibilità che non ci sono date perché “vuolsi così colà dove si puote quel che si vuole” perché sennò Standard and Poor e Fitch ti ribaltano in un attimo con gran gioia di quei sicofanti di una sinistra senza idee e dedita solo alla lagna sterile, c’è da augurarsi che continui cosi, direi di più: che non ci risparmi neanche quelle sue sfuriate con le quali ogni tanto ci delizia e che rimandano alla sua militanza giovanile e alla sua attività di parlamentare quando era all’opposizione.
Detto questo, lo scenario italiano è desolante e c’è veramente da augurarsi che cambi radicalmente e perché cambi, c’è bisogno di agire.
Perché lo scenario italico é desolante?
Beh, perché le persone che detengono un minimo di potere sulla “Res Publica”, della Res Publica non gliene frega niente… figuriamoci della Patria!
Destra e sinistra sono le facce di una stessa medaglia solo che il rilievo della faccia di destra è un po’ più sfumato di quello della faccia di sinistra.
La Destra, la Patria l’ha svenduta al volere di chi ha trionfato nel ’45 e che ci sta dettando ancora adesso le regole del gioco geopolitico (ideologia slavata, slavato senso patrio e tanta propensione al signorsì proveniente da quell’occidente al quale io non so capacitarmi).
La sinistra esprime quello che da sempre esprime l’ideologia di sinistra; dai tempi del Comintern fino al giorno d’oggi da per assodato che il loro convincimento sia realtà assoluta e debba assolutamente essere assunto per verità infusa nel cervello di tutti, con le buone o con le cattive.
Prima era la rossa primavera con tanto di bandiera altrettanto rossa sostenuta dai gulag e dal lavaggio del cervello, adesso é il mainstream culminato con il woke pensiero con tanto di anatema che, attraverso media schierati, toglie a chi é considerato inopportuno ogni visibilità sociale, in pratica lo spegne.
Establishment
In mezzo ai due c’è l’establishment, sul quale, via via che era al governo uno dei due, ha subito una sorta di imprinting e adesso è una specie di pot-pourri che vive di vita propria.
Questa sorta di baby-leviatano che pende a sinistra ha il suo punto di forza nel mandarinato burocratico e nella magistratura.
A questo punto, il gioco è fatto: una destra dall’ideologia slavata e slavato senso patrio, e una sinistra che scambia i propri convincimenti per verità assolute e le vuole imporre all’orbe, trovano il loro punto di congiunzione, più o meno come nel ’45, sovietici e statunitensi hanno materializzato il loro punto di congiunzione sull’Oder dove si sono platealmente stretti ala mano per poi dividersi da acerrimi nemici le rovine dell’Europa.
Tuttavia, “c’è qualcosa di nuovo oggi nel sole” e forse c’è anche qualcosa di antico.
Drizzatorti
Il nuovo è quel movimento tutto italiano che vuol raddrizzare il mondo rovesciato; il nuovo é quel vento dell’est europeo che si chiama Gruppo Sovranista dei Patrioti per l’Europa; il nuovo (incredibile… ma é così!) é quel vento che giunge dall’occidente, che ha gettato nel panico le prefiche di destra e sinistra del mainstream e che è impersonificato da uno yankee che più yankee non si può, Trump, e da un Musk dalle idee che fanno impallidire quel visionario che era Marinetti.
Diamo a quel nuovo l’impronta della migliore Italia.
Questo deve spingere gli italiani dabbene, quelli per cui la Patria è una “d’arme, di linqua, d’altare, di memorie, di sangue e di cor”, a scrollarsi di dosso il torpore dello scettico. Dobbiamo farci contare da chi è convinto di detenere il monopolio della maggioranza, dobbiamo farci contare in piazza con il nostro vessillo: la bandiera d’Italia; dobbiamo farci contare nelle urne apponendo l’antica Decima sul nuovo che avanza.
Corrado Corradi
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