Il memorandum tra Italia e Libia – Il prossimo Novembre se non revocato, sarà prorogato per altri tre anni il memorandum Italia – Libia sulla gestione dei migranti.
L’accordo con la Libia
Si tratta di un accordo con cui l’Italia si impegna a finanziare e addestrare la guardia costiera libica, affinché blocchi in partenza i flussi di irregolari diretti sulle nostre coste. Un primo passo verso un tentativo di risoluzione della problematica che, tuttavia, non si è affatto rivelato funzionale e tantomeno risolutivo: è in vigore dal 2017, eppure i flussi continuano indisturbati. Come se non bastasse, la Guardia costiera libica ha spesso abusato delle risorse donate dall’Italia per attaccare proprio i nostri connazionali impegnati nelle attività di pattugliamento al confine e per aggredire i pescherecci italiani.
I limiti dell’accordo
Una strategia che blocchi l’immigrazione selvaggia richiederebbe ben altro, a cominciare dal diretto impiego delle forze armate e della diplomazia nei territori di origine. Eppure, la sinistra grida allo scandalo ed organizza manifestazioni per chiedere l’abolizione del memorandum dimenticando che lo stesso memorandum venne stato siglato da Minniti nel 2017 in quota al partito democratico ed allora ministro degli interni.
La protesta a Roma
Quaranta organizzazioni, tra cui ONG e sigle appartenenti all’universo della sinistra, sono scese in piazza a Roma il 26 ottobre per criticare il rinnovo imminente del memorandum. Laura Boldrini e altri esponenti del Partito Democratico, scesi in piazza per cercare di recuperare il consenso perso nelle urne elettorali, sono stati duramente contestati dai loro stessi attivisti ed invitati a lasciare la piazza. L’ennesimo cortocircuito di una sinistra che non sa più che pesci prendere, troppo impegnata a combattere un fascismo immaginario per rendersi conto dei veri problemi del Paese. D’altra parte, la destra ora è al governo e ci si aspetterebbe un cambio di rotta, perlomeno su certi temi. Tutto continuerà inesorabilmente come stabilito dell’agenda Draghi, mentre il Paese seguiterà a sprofondare verso una crisi etico – sociale irreversibile.