Il mare di Gaza – Gaza non è solo la striscia di terra sovrappopolata, assediata e oggi sottoposta ai bombardamenti a tappeto e all’invasione sionista.
Gaza è sulla costa del mediterraneo.
Gaza è anche mare, con i suoi diritti di sovranità e di sfruttamento e fondo marino con tutto ciò che questo implica per quanto riguarda non solo la pesca ma anche l’esplorazione e l’eventuale sfruttamento di gas naturale.
Ampie concessioni alle società inglesi
Al momento società petrolifere britanniche hanno la licenza per l’esplorazione e la ricerca di gas naturale in quelle acque ma sembra che tali licenze scadano nel 2024 e nulla vieterebbe alle autorità palestinesi di trasferire i diritti di esplorazione a società russe o turche.
Naturalmente, questo solo se nel 2024 ci sarà ancora una autorità palestinese a Gaza, con una popolazione palestinese e una organizzazione sociale palestinese degna di questo nome.
La scadenza il prossimo anno
Ma non è detto. I bombardamenti a tappeto, la privazione di risorse essenziali come acqua e elettricità, la distruzione sistematica delle infrastrutture – scuole, ospedali, posti di polizia, centri amministrativi – la strage di civili e l’esodo forzato da Gaza della popolazione insieme a una occupazione militare permanente potrebbero permettere ai sionisti di gestire in proprio anche le acque di Gaza con tutto ciò che ne consegue.
La teoria russa
Recentemente, osservatori russi hanno fatto maliziosamente notare la coincidenza temporale di una guerra totale scatenata proprio alla vigilia della scadenza fatidica dei contratti.
A pensare male si farà pure peccato ma il più delle volte…
Marzio Gozzoli