Il male assoluto e il diritto ipocrita – Il male assoluto, ovvero: Il male supremo, insuperabile e, con una previsione ottimistica, il male che anche in futuro nessuno potrà superare.
Chi decide che questo o quel “male” sia assoluto, insuperabile?
Ovviamente e comprensibilmente, le vittime, ma certo questo non basta a collocarlo in cima alla classifica dei mali, essendo un giudizio di parte, e anche perché purtroppo questa è una “gara” che nella storia vede continui progressi.
Allora è necessario che a certificare l’assoluta insuperabilità di un male, intervenga il pensiero dominante, le ideologie, la politica: insomma, la democrazia, di modo che quel male, comunque autentico, ingiusto e feroce, sia dichiarato anche ufficialmente insuperabile, assoluto appunto.
Si capisce che parliamo di uccisioni di massa, di sterminio di popoli o etnie, di violenza su civili innocenti, ma senza essere assolutamente (e qui è da sottolineare l’assoluto) negazionisti, notiamo che questo meccanismo gerarchico del male produce due conseguenze perniciose:
la prima, consiste nel degradare, derubricare dal secondo posto in giù, tutte le violenze, le guerre, i genocidi gli stermini diversi da quello “assoluto”, anche se più numerosi, feroci o ripetuti;
la seconda, è la più pericolosa, perché proprio quella politica così democratica dell’occidente, in preda ad altrettanto democratici sensi di colpa, concede alla vittima dell’assoluto male, la “licenza” della assoluta vendetta, insomma la vittima assoluta non chiede giustizia, si fa giustizia.
Con buona pace – la pace del camposanto, però – di tutte le eventuali vittime “relative” della vittima “assoluta” e, quel che è peggio, di tutti i sacri principi del “diritto delle genti”.
Diritto che si snuda in tutta la sua ipocrisia.
Giovanni Preziosa
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