Il lato oscuro dell’arcobaleno-pt.2 – In questa parte toccherò altri due tasti molto dolenti e nascosti dell’Impero LGBT: il business delle Transizioni di Genere e la catastrofe AIDS (sulla quale lo “Stile di vita Gay” ha pesanti responsabilità).
Il malessere giovanile dilaga
Come-ahimè-ben sappiamo la nostra è l’epoca del maggior disagio giovanile mai registrato: suicidi, comportamenti autolesivi, uso di droghe e alcool, disturbi alimentari, violenza, inadeguatezza, incapacità a relazionarsi e odio per il proprio corpo.
Tutti disagi che toccano picchi sempre più alti decade dopo decade.
Sempre più ragazzi e ragazze, anche giovanissimi, schiacciati dal dolore e dalla confusione sulla loro identità cercano un rifugio, una via di fuga, una nuova pelle in cui stare… Nella Chirurgia di genere.
Transizione di genere: +4400%
Nel 2018 il Telegraph riportava che Penny Mondaunt, il Ministro dello “Women and Equalities Ministry” stava cercando di capire le ragioni del vertiginoso aumento dei casi di disforia di Genere nei Giovanissimi.
Se nel 2010 c’erano state 40 ragazze che avevano chiesto aiuti per la Transizione di Genere, nel 2018 erano diventate 1806.
E se nel 2010 solo 57 ragazzi avevano richiesto la Transizione, nel 2018 erano diventati 713.
Un aumento del 4400%.
È evidente che un tale sproporzionato squilibrio non può essere imputato soltanto all’avanzamento delle conoscenze mediche. Ma ad una pericolosa psicosi collettiva basata sul nichilismo paralizzante e sull’indottrinamento culturale.
“Non ti senti a posto nel tuo corpo ragazzino? È normale alla tua età! Non lavorare sul tuo dolore e le tue insicurezze! Prendi questi ormoni 3 volte al dì e diventerai finalmente ciò che desideri!”.
Ma ovviamente questa è la frottola, la pericolosa illusione della Soluzione Facile.
Il caso Reimer
E se non facciamo attenzione il futuro rischierà di essere pieno di storie molto tristi: come il Caso Reimer.
Cercherò di riassumere brevemente questa tristissima storia.
Bruce Reimer nacque nel 1965 nella città canadese di Winnipeg, insieme al suo fratello gemello Brian.
Bruce, a causa di un difetto del tratto urinario, fu sottoposto ad un’operazione al pene quando aveva appena sette mesi.
Purtroppo, l’urologo commise un errore e sbagliò la procedura, danneggiando irrimediabilmente il pene del bambino.
Passarono i mesi e i genitori di Bruce, preoccupati che quella mutilazione potesse rovinargli la felicità e la vita sessuale, lo portarono all’Ospedale Johns Hopkins di Baltimora, dove il bambino fu visitato dallo psicologo John Money.
Money era un personaggio oscuro, cinico e fervente sostenitore della “Teoria della Neutralità del Genere”: un’ipotesi che sosteneva che il nostro sentirci uomini o donne non è determinato dai nostri cromosomi o dai nostri tratti neuronali, ma solo dal condizionamento sociale.
Il Dottor Frankenstein alias Money, quindi, convinse i Reimer a un’operazione spaventosa: sottoporre il bambino di quasi 2 anni a un cambio di sesso e poi educarlo in tutto e per tutto come un a bambina.
Una storia agghiacciante per dimostrare che l’identità di genere non è un costrutto sociale
Sapete come terminò il contorto esperimento di Money? Riassumo velocemente: Bruce divenne Brenda, rifiutò sempre la sua femminilità artificiale, scoprì la verità, fece un altro cambio di sesso rinominandosi David e il suo infinito travaglio emotivo e identitario portò prima il suo gemello Brian a morire di overdose nel 2002 e poi portò lo stesso David al suicidio nel 2004.
La folle “Teoria della Neutralità di Genere” del Dottor Money aveva strappato alla vita ben due ragazzi.
La dolorosa e assurda sorte di David dimostra ancora oggi che, nonostante le Bugie Liberal-Woke, l’Identità di Genere non è un mero costrutto sociale.
Gli esseri umani non sono Playmobil da smontare e rimontare a seconda delle situazioni. Non basta asportare dei genitali per cambiare la mente di un ragazzo.
L’AIDS, ricordate?
E poi si arriva a uno degli argomenti più dolorosi, se non il più doloroso, che riguarda il Mondo della LGBT: la più tremenda e duratura pandemia di sempre. L’AIDS.
Scoppiato inaspettatamente come una bomba all’inizio degli anni ’80 in Congo ha mietuto 32 milioni di vittime fino al 2018.
E, per quanto fosse uno stereotipo, fu Verità il fatto che colpiva maggiormente gli Omosessuali attivi e le persone tossicodipendenti. Ma non per una maledizione arcana.
Per il semplice fatto che lo stile di vita Gay era dissennato e imprudente allora come oggi, costituito spesso da prostituzione, darkrooms, incontri sessuali occasionali, festini Bareback (senza preservativo) e appunto molta droga.
Moltissime furono le vite stroncate dal Virus e ovviamente non posso parlare dei milioni di umili, sfortunati ragazzi e ragazze provenienti dal popolo.
Parlerò delle vittime illustri all’interno dello Star Sistem LGBT.
L’attore Rock Hudson, l’artista Keith Hearing, il re del Rock Freddie Mercury e lo straordinario ballerino Rudol’f Nureev. E purtroppo anche nel nostro Paese la lista di vittime illustri è lunghissima.
Anche in Italia
Ne cito 3 molto noti per il loro attivismo nel movimento Omosessuale.
Dario Bellezza: morto di Aids a 52 anni. Don Marco Bisceglia: primo sacerdote gay dichiarato e fondatore di ArciGay, morirà nel 2001 per Aids dopo essere rientrato, chiedendo perdono, in seno alla Chiesa che l’aveva espulso per le sue idee troppo liberali. Giovanni Forti: morto di Aids a 38 anni.
Nonostante fosse uno stereotipo e fosse evidente che l’AIDS colpiva anche molti Eterosessuali, è riscontrabile nei dati statistici che fino al 2020 i Gay sono rimasti in testa per i contagi da AIDS, superati solo recentemente dagli Etero.
E sapete perché vi è stato questo ben triste sorpasso in vetta? Perché negli anni gli Eterosessuali hanno imitato la Comunità LGBT nelle sue pratiche sessuali più avventate e pericolose, tipo i Festini Chemsex e i rapporti Bareback.
Anziché aiutare gli LGBT a distaccarsi da un mondo di sessualità compulsiva e usurante gli eterosessuali si sono tuffati con loro nell’abisso.
E comunque anche oggi i maschi Omosessuali costituiscono il 38% dei casi di Infezione in Italia (contro il 46% degli Etero) e il 45% dei casi nel Regno Unito contro il 50% degli Etero, pur rappresentando una piccola minoranza.
Più ombre che luci
Ho vissuto quel mondo. E, pur tenendomi sempre lontano dai guai, non mi è piaciuto.
E ho fatto una scelta ben precisa. Non odierò mai una persona LGBT. Mai. Li sento sempre come miei fratelli e conosco tutte le contraddizioni del loro mondo.
Ma non smetterò mai di criticare la comunità LGBT, le sue istanze più deliranti e il suo Paese dei Balocchi fatto di apparenza, sessualità compulsiva e materialismo.
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