Il discorso di Biden preannuncia la III guerra mondiale? – Solo la nascita di uno Stato palestinese può pacificare il Medio Oriente.
Un dato di fatto, posto all’attenzione internazionale da tempo memore, ovvero dall’inizio della fine della Grande Guerra fino ai giorni nostri, passando per le rivendicazioni dell’OLP di Arafat, dalle azioni di Settembre Nero e da tutte le sigle che, a cavallo di due secoli, si sono assunte l’onore e l’onere, con tutte le inerenti conseguenze, di avviare un processo costitutivo assolutamente necessario.
La radice del problema
La Palestina usata come merce di scambio dall’Inghilterra, al fine di ottenere il supporto degli arabi e soddisfare la richiesta degli ebrei, doveva essere divisa in due Stati sovrani e indipendenti, ma così non fu.
La creazione e il riconoscimento del solo Stato di Israele è stata una mossa palesemente sbagliata o, forse, volutamente concepita, da chi ha mosso i pezzi sulla scacchiera.
L’alleato USA
Appoggiare incondizionatamente Israele è un mero ragionamento frutto del business della guerra e dell’imperialismo che parla Yiddish, cosa che non stupisce, guardando indietro alla politica estera inglese e statunitense.
Se nel corso di cent’anni, la controversia è ancora aperta, la ferita non è mai stata curata, sanata, esiste un motivo chiaro, limpido, cristallino che va indagato tra l’isola e il continente divisi dall’Atlantico.
Nessuno di noi si chiama Nostradamus o Rasputin, non siamo in grado di fare profezie né, tanto meno, indagare meccanismi complicati e ben mimetizzati, ma il sospetto trova conferma nella dichiarazione di Joe Biden che pretende la vittoria sul campo.
Biden spinge per la guerra totale
Le parole di buon senso – una volta tanto accade – proferite da Antonio Guterres, Presidente ONU, che auspicano la creazione dello Stato palestinese, sono cadute nel vuoto, data l’assenza di Stati Uniti e Israele al vertice egiziano.
Scaltri – seppur poco abili – a sollevare polveroni, architettare sporchi giochetti degni di una coppia di bari, USA e Israele si passano le carte sotto il tavolo. La posta in gioco è una soltanto: far saltare il banco, cancellare il popolo palestinese facendosi passare per vittime, anziché per carnefici.
La III guerra mondiale?
Dallo studio ovale, il Presidente USA si è mostrato palesemente disponibile a rischiare la terza guerra mondiale, in Ucraina come in Medio Oriente. Sono le parole di un vecchio folle, di un rimbambito politico di facciata, o è una dichiarazione sincera, che realisticamente apre ad uno scenario bellico mondiale da parte di quella lobby che si impone come Popolo Eletto?
Il parallelo di Biden
Putin e Hamas sono – parole di Sleepy Joe – minacce per il mondo. Vogliono annientare completamente una democrazia vicina, sono nemici della civiltà occidentale. Il tiranno e i terroristi – ribattezzati dal sant’uomo – non devono vincere. Lo sproloquio, indirizzato a tutti gli Stati Uniti, è terminato con una espressione di onnipotenza che non trova conferma nella realtà. De facto, la Russia ha stravinto in Ucraina e in Medio Oriente la questione potrebbe finire anche peggio.
Il solito doppio gioco
Siamo all’apoteosi dell’assurdo: solo le democrazie statunitense ed israeliana possono aggredire, perseguitare, uccidere e affamare e chi si difende o tenta di sopravvivere come il Donbass o Gaza deve essere raso al suolo. Mischiare le carte, giocare in una bolla di fumo, è un classico della lobby che dirige la politica americana e occidentale, ma la fine dello spettacolo è prossima: il tempo delle elezioni negli USA è vicino e il fantasma reincarnato di Trump – nemmeno fosse Lord Voldemort in persona – si allunga minaccioso, turbando, evidentemente, le notti di Old Joe.
Aprire con una mossa tanto aggressiva non eviterà lo scacco, gli assi nel mazzo sono solo quattro e nella manica non è rimasto nemmeno un Jolly da giocare.
Cristian Borghetti