Il Cremlino non è mai stato così ricco – grazie al partner strategico statunitense – Le sanzioni alla Russia funzionicchiano, non c’è bisogno di parafrasare la virostar.
Purtroppo per Biden e i suoi partner europei le sanzioni alla Russia per l’invasione dell’Ucraina non funzionano per nulla.
Un interessante articolo della CNN conferma, numeri alla mano, l’iniezione di liquidità garantita dalle esportazioni di petrolio russo all’India.
Il petrolio russo fa il giro del mondo
Esportazione che ha garantito la cifra record di 37 miliardi di dollari di vendite di petrolio greggio all’India lo scorso anno.
Di cui una parte, del greggio raffinato dall’India, è stato esportato negli Stati Uniti come prodotti petroliferi per un valore di oltre 1 miliardo di dollari.
Secondo l’analisi del Centro per la ricerca sull’energia e l’aria pulita (CREA), condivisa esclusivamente con CNN, l’India ha aumentato i suoi acquisti di greggio russo di 13 volte rispetto al periodo prebellico.
Insomma, l’India partner strategico americano, si è fatto carico di sopperire agli acquisti di greggio occidentali ridotti dalle sanzioni.
La CNN, dopo aver illustrato i metodi utilizzati per rendere difficilmente tracciabile le spedizioni di petrolio, prosegue l’articolo con un’analisi dell’economia di guerra russa: l’impatto netto degli acquisti di greggio da parte dell’India è stato quello di indebolire la presa che il presidente russo Vladimir Putin sente a causa delle sanzioni petrolifere.
Le entrate federali della Russia sono balzate alla cifra record di 320 miliardi di dollari nel 2023 e sono destinate ad aumentare ulteriormente.
Secondo alcuni analisti, lo scorso anno circa un terzo del denaro è stato speso per la guerra in Ucraina, e una quota maggiore è destinata a finanziare il conflitto nel 2024.
La scappatoia della raffineria
L’India giustifica i suoi acquisti dalla Russia come calmiere per il costo del petrolio del Medio Oriente, mercato principale per gli stati occidentali.
Insomma, ci fanno un favore
Il ruolo dell’India è anche quello di raffinare il greggio russo e poi esportarne i prodotti petroliferi che non sonno soggetti alle sanzioni.
I principali partner commerciali di queste massicce esportazioni sono, manco a dirlo, gli Stati Uniti e i paesi che hanno sottoscritto le sanzioni sul petrolio russo.
Gli Stati Uniti sono, attraverso l’India, il principale partner dell’economia russa… O poco ci manca.
È evidente che la strategia statunitense non sia vincente e che, anzi, procuri maggiori risorse al nemico russo e danni economici ai suoi alleati europei.
Sveglia Europa!
Forse sarebbe il caso di rivedere la politica europea di sostegno a questa guerra combattuta in casa per procura per gli interessi del sistema industriale militare americano che, non a caso, sta registrando utili mai visti negli ultimi 80 anni.
Ma per farlo servono leader a cui interessi il bene della nazione piuttosto che gli applausi di alleati di dubbia amicizia.
Alfredo Durantini
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