I rimpatri sono possibili – La Tunisia lo dimostra – Il Presidente tunisino Kais Saied ha dichiarato pubblicamente che il suo Paese è sottoposto a una sorta di invasione da parte di “orde” di africani subsahariani responsabili di “violenza e crimini”.
Il processo immigratorio secondo il premier Saied non è altro che un piano criminale mirante a destabilizzare la società, fomentare il crimine e cambiare la composizione demografica del paese e l’identità nazionale tunisina che è araba e non bantu.
A distanza di pochi giorni le dichiarazioni ufficiali si stanno già mutando in politica concreta.
Centinaia di immigrati clandestini sono già stati rimpatriati mentre molti altri prendendo atto della nuova politica di autodifesa nazionale della Tunisia, stanno già contattando le proprie ambasciate per rimpatriare al più presto.
Mentre le ONG internazionali si scandalizzano, la società civile tunisina mostra di sostenere il presidente e di apprezzare la sua linea patriottica.
La nuova politica antimmigrazione di Saied è non solo positiva per l’Italia – verso la quale molti di quei clandestini si sarebbero probabilmente riversati – ma dimostra come in realtà si è sempre saputo, che una sana politica nazionale di blocco dell’immigrazione e di rimpatrio di massa è perfettamente possibile e per di più, che lo si può avviare nel giro di pochi giorni.
Basta la volontà politica. Resta solo da fare il confronto con i diversi governi italiani degli ultimi decenni, incluso quello attuale, e come si dice: trovare le differenze.
Marzio Gozzoli