Gualtieri al Gay Pride mentre Roma sprofonda nel degrado – Roma “Kaput” Mundi: il Gay Pride sfila tra buche e rifiuti e, per la prima volta, il sindaco Gualtieri prende – si spera – atto dello stato di degrado in cui versa la Capitale.
Rara apparizione di Gualtieri
Con la carnevalata del Gay Pride, il Sindaco ha alzato le terga dal Campidoglio per portarle in mezzo ai manifestanti LGBT ed ai comuni mortali costretti a lottare giorno dopo giorno contro degrado e pericoli. La Città fu Eterna, considerata la più bella al mondo, è decaduta al rango di baraccopoli e non solo in senso strettamente edilizio, bensì e purtroppo in senso civico.
Personalità politiche indossano la fascia tricolore reggendo gli striscioni della comunità LGBT, sfilando per le strade, sbattendo in faccia ai propri cittadini le priorità della politica. A chi importa se Roma va letteralmente a puttan* – e così diamo il contentino a decerebrati abitanti di un mondo parallelo che non ha ragione di esistere in funzione di una crociata contro l’inesistente – quando i diritti gay, lesbo, trans – e a breve pedo incestuosi – sono il primo punto all’ordine del giorno?
I problemi reali ignorati
Sono ben altri i problemi e ben più urgenti da risolvere piuttosto che gli asterischi sui documenti, ma a nessun politico importa.
Nessun sindaco è sceso in piazza contro la delinquenza che sfocia dalla società multietnica o a fianco dei lavoratori e dei piccoli imprenditori minacciati dalle delocalizzazioni e dalla concorrenza dei grandi colossi o a prodigarsi per il povero che, secondo la logica radical chic, la povertà l’ha scelta e guai ad aiutarlo, perché se è italiano oltretutto è colpevole a prescindere.
Il mondo arcobaleno è il bacino di voti sicuro per Gualtieri e compagni, sempre che qualche buca in città non metta in pericolo l’elettorato che gira nudo per la Capitale in latex, zeppe e tacchi a spillo.
Lorenzo Gentile