Governo: 650 milioni per i nuovi vaccini – Le parole del Sottosegretario al Ministero della Salute, Marcello Gemmato hanno alzato un incredibile polverone mediatico. Il farmacista pugliese, esponente di punta di Fratelli d’Italia, nel corso di una trasmissione televisiva andata in onda lo scorso 14 novembre su Rai2, avrebbe messo in dubbio l’efficacia dei “vaccini” anti-Covid con queste testuali parole: “Senza vaccini sarebbe stato peggio? Non abbiamo l’onere della prova inversa per poterlo dire”.
Naturalmente dopo la levata di scudi da parte dei difensori d’ufficio di BigPharma SPA, anche Gemmato ha corretto il tiro, cospargendosi il capo di amuchina e ritrattando quanto da lui stesso affermato.
Subito la smentita
In una nota, il Sottosegretario si è affrettato a riconoscere che “Ho sempre sostenuto la validità dei vaccini e la capacità che hanno di proteggere, soprattutto i più fragili. Come sottosegretario alla Salute ed esponente di FDI voglio sgombrare il campo da interpretazioni faziose e ideologiche. L’attività parlamentare di questi anni testimonia in maniera limpida e coerente la posizione mia e di FDI. Siamo passati dall’emergenza alla convivenza con il virus anche grazie ai vaccini, adesso è tempo di guardare avanti”.
Poliziotto buono
Nessun dubbio che, anche in questa circostanza, ci si sia trovati davanti al classico schema del “poliziotto buono-poliziotto cattivo” ma con una sovrapposizione di ruoli interpretati dallo stesso Gemmato. Dichiarazioni apparentemente in controtendenza rispetto alla narrazione ufficiale dell’ex Ministro Speranza e delle virostar che in questi anni hanno condito di fantascienza ogni loro atto. Se qualcuno si fosse illuso che col governo Meloni anche la dittatura sanitaria avrebbe potuto subire un colpo d’arresto, è bene che ritorni con i piedi sulla terra.
Meloni: promesse mancate
I primi atti del governo di centrodestra a trazione FDI, non lasciano ben sperare: la ridicola retromarcia sulla mancata abolizione delle multe una tantum nei confronti degli ultracinquantenni non vaccinati, la richiesta del Green Pass per continuare ad accedere alle strutture ospedaliere ed RSA, la nomina dell’ultra-vaccinista Schillaci quale Ministro alla Salute, già membro del Comitato Scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità nominato dal ministro uscente, Roberto Speranza ed il reintegro anticipato di poche settimane del personale medico non vaccinato ma lasciato alla mercé della Direzione Sanitaria rispetto alla loro collocazione, sono atti politici che non sono suscettibili di interpretazione.
La vaccinocrazia
Se tutto questo già non bastasse per rendere l’idea che anche il governo Meloni sembri obbedire agli ordini della vaccinocrazia internazionale, è necessario aggiungere anche un recentissimo elemento. La legge di bilancio approvata nel Consiglio dei Ministri qualche giorno fa, dispone all’articolo 96 co. 2 che “il fondo (…) da destinare all’acquisto dei vaccini anti SARS-CoV-2 e dei farmaci per la cura dei pazienti con COVID 19 è incrementato di 650 milioni di euro per l’anno 2023”.
Ecco venuta giù la maschera. Se mai avessimo avuto bisogno di comprendere come il governo di centrodestra a guida Meloni anche su questo punto non fosse altro che una fotocopia sbiadita dei governi Conte e Draghi, questo articolo dovrebbe far spalancare gli occhi al di là delle dichiarazioni (immediatamente ritrattate) del Sottosegretario Gemmato. Sappiamo bene che in politica sono i fatti ad avere peso. Ed i fatti ci confermano che non solo in politica estera ma anche sul tema spinoso della dittatura sanitaria, occorrerà una vigile attesa di chi non ha ceduto ai ricatti del pizzo farmaceutico.
Gianvito Armenise