Gli ultimi sviluppi del caso Saman Abbas – Emergono altri dettagli inquietanti sull’omicidio di Saman Abbas, la diciottenne pakistana scomparsa da Novellara la sera del 30 aprile 2021 e il cui cadavere è stato rinvenuto il 18 novembre 2022 in un casolare abbandonato a pochi metri dall’ abitazione della vittima.
Un orrore che vede cinque imputati: padre, madre, zio e due cugini.
Tra i testi al processo, iniziato a Reggio Emilia, ci saranno due detenuti che hanno ricevuto le confidenze di Danish Hasnain, lo zio della povera Saman.
Cosa dicono i compagni di cella
Al momento dell’assassinio della ragazza sarebbero stati presenti tutti e cinque i parenti imputati, ognuno con un suo ruolo nel crimine efferato: i due cugini l’avrebbero tenuta ferma e lo zio le avrebbe spezzato il collo.
Sono queste le confidenze rese dai due detenuti nordafricani agli investigatori a inizio settembre e che saranno chiamati a ripeterlo, testimoniando nel processo.
Uno di loro ha riportato quanto gli avrebbe detto lo zio di Saman, in carcere, mentre il secondo detenuto ha dichiarato di aver avuto le informazioni dal primo anche se le versioni non coincidono perfettamente.
Un lavoro di famiglia
Infatti, secondo uno dei due, lo zio avrebbe detto che anche il padre della vittima, Shabbar Abbas, recentemente estradato in Italia dal Pakistan, mentre fumava avrebbe tenuto ferma la figlia a pancia in giù mentre la madre si limitava a guardare quelle scene raccapriccianti.
Secondo l’altro, invece, quello che dichiara di aver ricevuto le confidenze direttamente dallo zio della vittima, la madre non si sarebbe limitata a guardare mentre la figlia veniva selvaggiamente assassinata ma avrebbe collaborato nel bloccare la figlia mentre il padre di Saman avrebbe solo assistito.
Nuova ipotesi sul movente
Sempre, secondo quanto è stato riportato dal secondo detenuto Saman Abbas quando si è ritrovata faccia a faccia coi familiari, e magari avendone capito le intenzioni, avrebbe detto loro di essere disposta ad andare in Pakistan per contrarre il matrimonio combinato dalla famiglia con un loro cugino.
Altri aspetti inquietanti della vicenda sono quelli concernenti il movente.
Da quanto è emerso dal racconto dello zio al compagno di cella, riferito agli investigatori (il procuratore Calogero Gaetano Paci, i carabinieri e la Penitenziaria), il padre della vittima avrebbe preso un accordo economico con il parente in Pakistan, dal valore di 15mila euro, per fargli sposare la figlia, con l’obiettivo di dar vita ad una vera e propria catena di matrimoni combinati in Italia.
L’ intento infatti era quello di farlo venire in Italia e fargli ottenere la cittadinanza.
Ma Saman non era disposta ad eseguire l’accordo stabilito, visto che avrebbe detto ai familiari di essere innamorata di un ragazzo in Italia.
Ad oggi l’unica che manca all’appello è la madre di Saman su cui pende un ordine di cattura internazionale.
I casi aumentano
Matrimoni combinati e donne vendute come fossero bestie da soma.
Lo scorso aprile a Modena, dove una ragazza indiana è stata picchiata perché rifiutava il matrimonio combinato
Oppure quanto è successo lo scorso luglio nel Cilento dove Amina, la diciottenne di origine marocchina, è scappata di casa perché picchiata dai familiari, precisamente dalla madre e dalla sorella perché la ragazza frequentava un ragazzo del posto e vestiva in maniera “occidentale”.
Con gli sbarchi aumenteranno ancora
Una situazione che, a quanto pare, è destinata a degenerare sempre più, visti gli sbarchi triplicati col governo Meloni e i continui sbarchi a Lampedusa dove ormai la situazione è al collasso.
Nemes Sicari