Gli orchi a caccia delle giovanissime adesso usano l’AI – Secondo il dossier della polizia postale nel 2022 sono stati adescati 866 minori online e sono stati effettuati 149 arresti per casi di pedopornografia e dodici nel primo trimestre del 2023.
Numeri preoccupanti
Le principali insidie si trovano in videogiochi e social.
Le denunce per aver scaricato, condiviso o scambiato materiale pedopornografico, lo scorso anno, hanno raggiunto quota 1.466, mentre da gennaio a marzo se ne contano 299.
Nel 2022 invece sono stati oscurati 2.622 siti aventi immagini di violenza su minori.
Preoccupante è l’aumento dei casi che hanno per vittime gli under 13: sono già 56 i casi registrati nei primi tre mesi del 2023.
Nello stesso periodo invece sono 34 gli adolescenti tra i 14 e i 16 anni adescati in rete. I minorenni approcciati tra il 2020 e il 2022 sono pari a 866.
Il sextortion
A questo dramma se ne aggiunge un altro: gli episodi di sextortion, somme di denaro anche di basso valore (tra i 30 e i 100 euro) estorte alla vittima sotto la minaccia della pubblicazione online di video o immagini sessuali che la riguardano.
Tutto inizia con semplici messaggi che poi continuano con lo scambio dei file, in seguito utilizzati per il ricatto.
Un altro dato agghiacciante è quello che riguarda non solo le vittime ma anche i carnefici: triplicati i minorenni indagati per pedopornografia.
Gli orchi e l’AI
Lo scambio di materiale pedopornografico è in crescita tra i minori.
Uno scenario inquietante che trova amara conferma nell’ ultimo caso successo in Spagna dove con l’ AI sono state realizzate foto di ragazzine nude nelle chat della scuola.
Una diavoleria che ha portato 30 ragazzine ad essere ricattate sui social con richieste di denaro.
Immagini forti condivise tra gli studenti di una scuola ma, a detta delle giovani vittime, sono il frutto dell’intelligenza artificiale.
Il caso in Spagna
Da quanto è stato riportato dai genitori delle ragazzine, sarebbero una trentina le ragazze di quattro diverse scuole di Almendralejo, città della Spagna, coinvolte in questa squallida e triste vicenda.
La polizia avrebbe già identificato sette sospetti, coinvolti nella creazione e distribuzione delle immagini, deepfakes, realizzate con app che si avvalgono dell’apprendimento automatico per combinare il volto della vittima con immagini pornografiche provenienti da Internet.
“Se non conoscessi il corpo di mia figlia, questa foto sembrerebbe reale”, sono queste le parole di Miriam Al Adib, la madre di una delle vittime, che ha utilizzato il suo account Instagram per avvisare gli altri della situazione ed esortarli a segnalarla.
Una reazione ben diversa è stata quella di Fátima Gómez, madre di una ragazzina di 12 anni.
Infatti, la donna ha dichiarato al quotidiano El País di aver avuto un attacco di ansia quando ha saputo che sua figlia era stata coinvolta in una vicenda così allucinante.
Quando ha chiesto spiegazioni alla figlia, quest’ultima le ha mostrato una conversazione avuta su Instagram con un ragazzo in cui lui le chiedeva dei soldi. Quando la dodicenne ha rifiutato, il ragazzo le ha inviato un’immagine falsa di lei nuda.
Se ne parla anche negli USA
Il problema che comporta l’AI nella lotta alla pedopornografia è stato affrontato dal Washington Post, che ha infatti pubblicato un lungo report sul tema Intelligenza Artificiale utilizzata per creare immagini pedopornografiche, riportando le osservazioni di diversi esperti.
La diffusione di immagini generate dall’intelligenza artificiale aventi ad oggetti minori in atteggiamenti erotici o in atti sessuali rischia di ostacolare le forze dell’ordine nella lotta alle immagini di reali abusi.
Tutto questo è dovuto alla facilità con cui si possono creare questo tipo di immagini, si parla di pochi minuti da cui possono nascere centinaia di finti scatti.
L’ AI ha portato anche a realizzare dei ‘selfie ringiovaniti’ da utilizzare in profili falsi per adescare più facilmente i minori.
Un report dove ci sono state diverse analisi sia sotto l’aspetto informatico che legale ma su un punto sono tutti d’accordo: le conseguenze dell’ AI nella pedopornografia sono spaventosi.
Nemes Sicari