Gli incendi in Maui – Come si elimina una colonia di topi da un’isola?
Interri un barile con una molla nel coperchio a cui colleghi il cocco come esca. I topi golosi si avvicinano e boing boing boing boing… Cadono nel barile.
Dopo un mese, tutti i topi sono intrappolati. Ma poi? Butti il barile nell’oceano? Lo bruci?
No. Lo lasci dov’è.
E la fame li spinge a mangiarsi fra loro, finché ne rimangono soltanto due, i sopravvissuti. E allora che fai? Li uccidi? No. Li prendi e li liberi sugli alberi. Ma non mangiano più le noci di cocco ormai, ora mangiano solo topi.
L’isola di Maui
C’è un’isola nel Pacifico, si chiama Maui ed era evidentemente infestata, ma non da topi, da uomini, donne e bambini. Gente che non avrebbe mai ceduto la propria terra, casa, tradizione al brigante a stelle e strisce.
Qualcuno potrebbe obbiettare che Maui fa parte degli USA, come tutte le isole Hawaii.
Vero, ma mentre Honolulu è una seconda Miami, Maui no e questo è rimasto un bel rospo in gola all’infingardo Zio Sam.
Incendi provvidenziali
Lo Zio vuole la capanna, vuole tutte le capanne di coloro che lui considera solo topi. E che fa?
Potrebbe prendere il famoso barile di cui parlava Javier Bardem in Skyfall, ma sa che non funzionerebbe, quei “topi” hanno imparato dopo la prima volta, dopo l’annessione come cinquantesima stella della bandiera USA.
Così torna ad applicare la vecchia tattica, quella che aveva funzionato con le tribù indiane, ma invece di stordirli con l’alcol e ucciderne a milioni con lenzuola contaminate dal vaiolo, appicca un incendio.
Qualcuno obbietterà di nuovo. Il vento forte, le linee ad alta tensione e bla bla bla…
Però il caso vuole che non fosse stata data alcuna allerta nonostante un tornado stesse sfiorando l’isola, che non fosse stata tolta la tensione ai cavi sospesi delle linee elettriche che in questi casi è prassi dovuta, che non ci fosse acqua negli idranti per spegnere gli incendi…
Già sfrattati prima del fuoco
Lo zio Sam, per boccaccia di Jo Biden, ha inviato un messaggio di finto cordoglio – da buon finto Presidente – agli isolani, peccato, però, sia stato preceduto dalle missive di sfratto e dalle indecenti proposte dei gruppi immobiliari interessati proprio all’isola di Maui.
Perché Maui? Perché già nel 2013 si prospettava di trasformarla in roccaforte green da 15 minuti, cosa che agli indigeni non piaceva affatto. Sarebbe morta la tradizione di un popolo… Beh, oggi lo è.
La storia è sempre la stessa
Ah, quanto sono buoni gli americani, vero? Mio padre me lo ripeteva fino alla noia, salvato – diceva lui – dalla penicillina portata dagli statunitensi, salvato come l’Italia o quel poco che resta dopo la colonoliberazione del 1945, quando anche noi siamo diventati topi cui ha fatto gola la noce di cocco e che di generazione in generazione, boing boing boing boing, continuiamo a cadere in quel famoso barile…
Cristian Borghetti