Gli Afrikaner sbarcano a Mosca – Secondo John Wells, conduttore radiofonico americano, la Russia si starebbe preparando ad aprire le porte per il trasferimento di agricoltori Boeri o Afrikaner, sudafricani bianchi, perseguitati dalle gangs di criminali e comunisti africani.
Un colpo da maestro
Non è chiaro quanti Afrikaner sarebbero propensi a trasferirsi ma secondo Wells, i russi sarebbero disposti a fare nascere fino a 30 villaggi Afrikaner sul territorio della Federazione Russa.
Considerata la tradizionale efficienza e produttività dei Boeri in agricoltura, un simile trasferimento in massa di Boeri andrebbe sicuramente a vantaggio dell’economia russa e anche della sua popolazione, considerando la crisi demografica causata da decenni di comunismo sovietico.
L’attacco ai bianchi in Sudafrica
Tuttavia, per gli stessi motivi, andrebbe a discapito del Sudafrica, dove la produzione di cibo è un settore da sempre gestito dai bianchi, come del resto accadeva nei paesi vicini. In quasi tutti questi paesi, i massacri, le persecuzioni o comunque l’allontanamento dei bianchi ha determinato anche il crollo della produzione agricola e la crisi economica e la fame per la maggioranza nera.
Come i paesi vicini dopo la cacciata dei portoghesi e il crollo della Rhodesia bianca, anche il Sudafrica rischia di trasformarsi da esportatore a importatore di cibo, con tutte le conseguenze umanitarie e geopolitiche del caso.
Il nodo confessionale
Un altro fattore interessante è quello religioso: i Boeri sono tradizionalmente calvinisti ma quelli che si apprestano a trasferirsi in Russia sembrerebbe disponibili a convertirsi all’Ortodossia. Questo sarebbe un parziale ritorno alle origini europee dei loro antenati, distaccatisi dal Cattolicesimo, o comunque un ritorno alla pratica dei sacramenti, ai quali avevano rinunciato da secoli.
Questo li renderebbe teologicamente meno lontani dal Cattolicesimo romano delle origini. Quali contraccolpi questi due fattori – il trasferimento in Russia e la conversione – potranno avere sulla situazione sudafricana, è difficile indovinarlo ma resta il fatto che talvolta la storia si muove lungo percorsi imprevedibili ma provvidenziali.
Marzio Gozzoli