Nel libro di Massimo Crespi Giovanni! Giovanni! (Storie esclamative di un giovane biondo oltremodo politico)1 vengono riportati degli episodi riguardanti la vita, l’attività e l’azione di uno dei fondatori di Comunità Giovanile, avvenuta il 23 dicembre 1989, ad opera di Giovanni Blini (27 febbraio 1966 – 1 ottobre 1990).
L’Autore lo ricorda come un «acutissimo ed umile, instancabile e giovanile, generoso e impegnato; impegnato in politica volutamente diverso dal potere; forte e coinvolgente. Nelle due parole che furono la nostra bandiera: non conformista».
Comunità Giovanile, associazione culturale di promozione sociale, fu il primo esempio e forse l’unico di un nuovo dialogo generazionale dopo la fine dell’epoca dello scontro fisico con l’avversario e su queste basi scattarono le molle che diedero anima e corpo a questo progetto.
Blini era iscritto al Fronte della Gioventù – l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale di Busto Arsizio, popolosa città della provincia di Varese che aveva sede in Via Cavour.
Il volume di Crespi prende le mosse dall’inizio dell’attività politica del giovane militante bustocco con la partecipazione a una grande assemblea con Vincenzo Muccioli l’ideatore della Comunità di San Patrignano nel 1978 per il recupero dei tossicodipendenti con la presenza di migliaia di persone e studenti.
La destra politica ha sempre sostenuto la battaglia contro la legalizzazione della droga in quanto uno Stato, così come essa lo concepisce, non deve essere messo allo stesso livello di congreghe criminali quali la mafia, la camorra e l’n’drangheta che dallo spaccio degli stupefacenti traggono il loro profitto illecito.
Un’altra lotta sostenuta da Giovanni Blini e dai suoi sodali, secondo la loro visione anti-individualistica, comunitaria e antimaterialistica della vita e del mondo è quella contro l’aborto. Giovanni ebbe violente discussioni con i sostenitori del diritto all’aborto e, nella sua concezione cristiana della sacralità della vita sin dal suo concepimento, l’interruzione volontaria della gravidanza (IVG) è da considerarsi un assassinio, in quanto nel feto sono presenti la vita, l’anima e lo spirito e l’embrione non può essere considerato solo un ammasso di cellule.
L’opposizione frontale all’ideologia marxista e al modello di sviluppo comunista proposto dall’URSS e dai paesi del blocco sovietico, con il crollo del muro di Berlino, avvenuto il 9 dicembre 1989, e la crisi del comunismo internazionale, fecero maturare in Blini la consapevolezza di aiutare il popolo romeno oppresso dalla pluridecennale tirannia di Ceaucescu con l’organizzazione di un viaggio umanitario di solidarietà a Timisoara.
Questa esperienza fu ripresa nell’agosto del 2011 con il progetto solidale “Accendiamo la speranza” tramite una missione di solidarietà internazionale tra le minoranze etniche serbe dello “Stato fantoccio” del Kosovo con la partecipazione anche dei responsabili di CasaPound Italia delle provincie di Bolzano, Novara, del Verbano Cusio Ossola e del Nord Est.
Il Capitolo 6 vede un’interessante intervista che il giovane missino fece a Pino Rauti (1926-2012) dopo il Congresso di Sorrento del MSI nel 1987, dove l’allora giovane Gianfranco Fini prevalse sull’anziano ex animatore del Centro Studi Ordine Nuovo che piaceva ai giovani del partito per le sue innovative proposte nel campo dell’ecologia, della disabilità, del terzomondismo quale lotta allo sfruttamento capitalistico e all’antiamericanismo unico mezzo per opporsi da un punto di vista culturale al consumismo veicolato dagli Stati Uniti d’America, con la proposta di un modello di società alternativo di tipo nazionalpopolare che si sarebbe dovuto attuare tramite la strategia e tattica nazionalrivoluzionarie.
Diverse sono state le attività organizzate da Comunità Giovanile che ha sede in Vicolo Carpi 5. Centinaia di presentazioni di libri (Paolo Gulisano, Massimo Fini, Valter Binaghi, giusto per ricordarne alcuni), conferenze su temi quali le guerre e la geopolitica internazionale, le questioni bioetiche, ma anche azioni umanitarie, interventi a sfondo sociale ed ecologico, servizi di sostegno allo studio ed eventi a fini benefici.
Sono stati invitati inoltre intellettuali e personaggi provenienti dalle più disparate ed antitetiche aree politiche, tra cui Gabriele Adinolfi di Terza Posizione, Maurizio Blondet, Fulvio Scaglione (ex vice-direttore di Famiglia Cristiana), Aldo Brandirali (ex leader carismatico di Servire il popolo), Gianfranco Amato, il capofila intellettuale della nouvelle droitefrancese Alain de Benoist, Carlo Gambescia, Nicolai Lilin, ma anche editorialisti di quotidiani nazionali come Renato Besana di Libero e rappresentanti di organizzazioni non governative come Paolo Pobbiati di Amnesty International.
Per quanto riguarda l’aspetto musicale, Comunità Giovanile, grazie ad una discreta sala concerti, ha saputo offrire uno spazio ai giovani della città e dell’altomilanese, progetto culminato con la creazione del concorso musicale per band e singoli emergenti denominato “Bustock”, e proporre band ed artisti di rilievo nazionale ed internazionale. Nel corso degli anni, il Bustock fu trampolino di lancio per numerose band rock e metal, tra cui PWR, Holy Gates, Icon, Hatework, Hyades, Total Death, Ul Mik Longobardeath, Vexed e molte altre ancora. Negli anni si sono esibiti anche artisti come Pino Scotto, Blaze Bailey (ex cantante degli Iron Maiden), i Nanowar Of Steel e Mike Terrana, per citarne alcuni. Si dà la preferenza per le band che si autoproducono i loro brani, dando spazio alla creatività, a differenza delle cover band.
I Punkreas, storico gruppo punk anarchico formatosi nell’alto milanese, fecero le prime esibizioni live proprio nella sala concerti di Vicolo Carpi.
Sono stati organizzati concerti di musica non conforme come Skoll che fece in CG il suo primo concerto, gli Hobbit, gli Amici del Vento, i Bayonet Assault (gruppo hardcore della comunità di CasaPound di Novara) e molti altri.
Ogni anno Comunità Giovanile organizza “La Festa” presso il parco del Museo del Tessile di Busto Arsizio (precedentemente presso la ex Colonia Elioterapica), evento della durata di due settimane con concerti, appuntamenti culturali e manifestazioni sportive, tra cui arrampicata e beach volley, e concorsi di vario tipo (letterario, fotografico…). In occasione della festa del 2009, è stata ospite Giorgia Meloni, allora Ministro della Gioventù, che ha indicato Comunità Giovanile come esempio da cui ha tratto spunto per il proprio disegno delle legge sulle comunità giovanili, presentato nel giugno 2010 ed oggetto poi di forti polemiche.
Cosa sia stata, cosa è e cosa sarà l’esperienza di Comunità Giovanile è difficile da raccontare in poche parole. Giovanni morì il primo giorno di ottobre del 1990 in un incidente stradale a Lauria (Potenza) insieme a Massimo Gervasini, responsabile del Fronte della Gioventù per la Val Ceresio, mentre stava ritornando con gli amici dalla Festa nazionale del F. d. G. di Siracusa, dove aveva illustrato l’esperienza di CG.
Proveniente dalle liste studentesche di destra, Fare Fronte, successivamente si iscrisse al Fronte della Gioventù e fece crescere elettoralmente Fare Fronte dal 22% al 30%, come ricordato nel libro Giovanni Blini. Una vita, una storia, un bene comune. A cura di Stefano Gussoni e Silvestro Pascarella2, aveva avuto l’eccezionale intuizione di creare un luogo di aggregazione, cultura, formazione e solidarietà alternativo al bar, alla discoteca, all’oratorio e, ovviamente, al centro sociale di sinistra e anarchico.
Dopo la fine degli anni di piombo in cui il confronto politico avveniva nelle piazze a sprangate e colpi di pistola – soprattutto ad opera dell’estrema sinistra che aveva protezioni dai media che indottrinavano l’opinione pubblica a credere al “pericolo nero” – alla fine degli anni Ottanta il giovane bustocco, dopo aver frequentato il Liceo Classico di Gallarate ed essersi iscritto alla Facoltà di Economia presso la prestigiosa Università Bocconi di Milano con il proposito di trovare un impiego come manager in una grossa multinazionale.
Idea abbandonata quando Blini decise di orientarsi verso il no profit preparando una tesi di laurea dal titolo: Il marketing in un settore di interesse giovanile: il caso di un’aggregazione giovanile, mai discussa in quanto la morte in quel maledetto incidente stradale sulla Salerno – Reggio Calabria gli impedì di farlo.
Rompere gli schemi, saltare gli steccati, questo in sintesi è il progetto di Comunità Giovanile, un sogno che dura da quasi 36 anni e ha visto passare in questi anni migliaia di ragazzi e ragazze, anche solo per un concerto, una conferenza, un dibattito, un’escursione in montagna con il celebre gruppo dei Lupi Bianchi guidato per molti anni da Davide “Braz” Brazzelli.
I Lupi Bianchi svolgono un’attività di escursionismo al fine di ricreare un nuovo rapporto con l’ambiente e con la natura: studenti universitari e liceali, giovani lavoratori e amici di ogni età provenienti da Busto Arsizio e dalla provincia di Varese si riuniscono per affrontare nuove esperienze immersi nella natura delle nostre montagne. Come per i Wanderwogel (movimento escursionistico tedesco d’inizio Novecento), l’obiettivo dei Lupi Bianchi è quello di ricreare un movimento giovanile radicalmente altro rispetto agli odierni modelli di aggregazione: attraverso lo sforzo fisico, l’esperienza comunitaria di una notte passata in un rifugio a 3000 metri, i Lupi Bianchi vogliono rompere l’assedio della monotonia urbana ridiventando frequentatori di boschi e laghi, di cime innevate e tramonti alpini.
Le escursioni non significano comunque una fuga dalla città e dalla realtà quotidiana ma come giustamente disse il poeta Berto Ricci, andare per boschi è una palestra che c’insegna ad essere “tre volte cittadini”.
Una particolare attenzione viene poi data alla riscoperta del territorio e delle più dimenticate valli prealpine dove ancor oggi si possono incontrare i resti di antiche e mai sopite civiltà ancora tutte da scoprire.
L’origine di destra di questo progetto non precludeva affatto il confronto con chi la pensava diversamente: proto-leghisti, giovani di sinistra e anche per chi non aveva un particolare interesse per l’impegno politico.
Questi ragazzi si ritrovarono assieme in questo esperimento comunitario che, come rilevato in molti scritti, ha contribuito alla formazione di una rete di relazioni umane, amicali e d’amore che sono durati nel tempo.
E’ nella discussione con l’altro, sia che abbia la tua stessa visione del mondo e della vita sia che l’abbia opposta, ma che la sappia argomentare in modo civile e non violento, che il giovane cresce umanamente e spiritualmente. Giovanni, come detto, era profondamente cattolico, anti abortista, anti individualista e antimaterialista e perciò comunitario ed era pronto a difendere le sue idee di giustizia e solidarietà anche vivacemente.
La vita di Blini si infranse troppo presto quel 1o ottobre 1990 a soli 24 anni tra le braccia dei suoi più cari amici e camerati, tra cui è d’obbligo ricordare Francesco “Checcho” Lattuada entrato in seguito nel Consiglio Comunale di Busto Arsizio in quota ad Alleanza Nazionale che ha sposato la sorella di Giovanni Elena.
E’ da ricordare il padre di Giovanni Vittorio spentosi all’età di 79 anni nel 2016 che fino all’ultimo ha portato avanti l’idea del figlio e fino all’ ultimo è stato presente alle riunioni organizzative a ogni conferenza e qualche concerto.
Il sogno di Giovanni non è però finito affatto con la fine della sua vita terrena, ma prosegue e proseguirà sulle gambe forti di chi avendo compreso il suo esempio avrà la forza, il coraggio, la volontà e la determinazione di portarlo avanti in un’epoca sempre più individualistica, dove la solitudine giovanile – soprattutto interiore a causa del vuoto di valori della società moderna – che trova sfogo nello sballo della tossicodipendenza e dallo stordimento provocato dall’abuso di alcol che i ragazzi e gli adolescenti allo sbando nell’epoca di Internet e della realtà virtuale, vivono nel disagio del nichilismo causato dal mondo globalizzato.
Franco Brogioli
Note:
1. Edizioni Comunitarie.
2. Il Cerchio, Rimini, 2011.
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